Attualità giovedì 28 maggio 2020 ore 19:35
"Riapertura dei confini: tre regioni non sono pronte"
Lo ha affermato la Fondazione Gimbe: "In queste tre regioni c'è la percentuale più elevata di tamponi positivi e l'incremento maggiore di nuovi casi"
BOLOGNA — E' atteso entro 24 ore il verdetto del governo sulla riapertura dei confini fra le regioni italiane a partire dal 3 Giugno, alla luce delle valutazioni del Comitato tecnico scientifico sui dati relativi all'andamento dell'epidemia dal 4 Maggio ad oggi. E proprio alla vigilia della decisione hanno avuto l'effetto di una bomba le dichiarazioni rilasciate a Radio24 da Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, un'organizzazione indipendente che monitora la diffusione del contagio dall'inizio dell'emergenza.
Cartabellotti ha dichiarato che i dati raccolti dal 4 al 27 Maggio dimostrerebbero che Lombardia, Piemonte e Liguria non sarebbero ancora pronte per la libera circolazione fra regioni. Le altre regioni sì, Toscana compresa. In particolare la fondazione ha analizzato tre elementi: la percentuale di tamponi diagnostici con esito positivo, i tamponi effettuati ogni centomila abitanti, l'incidenza di nuovi casi ogni centomila abitanti.
Solo cinque regioni risultano superiori alla media nazionale nella percentuale di tamponi diagnostici positivi (2,4%): Lombardia (6%), Liguria (5,8), Piemonte (3,8), Puglia (3,7) ed Emilia Romagna (2,7).
Per quanto riguarda l'incidenza di nuovi casi ogni centomila abitanti, la media nazionale è 32 mentre in Lombardia è 96, quindi il triplo, in Liguria 76 (più del doppio) e in Piemonte 63 (quasi il doppio).
Per quanto riguarda invece i tamponi diagnostici effettuati ogni centomila abitanti, la media nazionale è 1.343 ma la superano solo la Valle d'Aosta e la Provincia autonoma di Trento: Lombardia e Piemonte sono poco al di sopra (1.608 e 1.675), la Liguria un poco al di sotto (1.319).
A 23 giorni dall'allentamento del lockdown quindi, la Fondazione Gimbe dichiara in una nota che "la curva del contagio non è adeguatamente sotto controllo in Lombardia, Liguria e Piemonte che hanno un'alta percentuale di tamponi diagnostici positivi e il maggior incremento di nuovi casi a fronte di una limitata attitudine all'esecuzione dei tamponi".
"A seguito delle valutazioni del Comitato Tecnico-Scientifico, il governo si troverà di fronte a tre possibili scenari - ha concluso Cartabellotta - I primo, più rischioso, di riaprire la mobilità su tutto il territorio nazionale, accettando l'eventuale decisione delle Regioni del sud di attivare la quarantena per chi arriva da aree a maggior contagio; il secondo, un ragionevole compromesso, di mantenere le limitazioni solo nelle tre Regioni più a rischio, con l'opzione di consentire la mobilità tra di esse; il terzo, più prudente, di prolungare il blocco totale della mobilità interregionale, fatte salve le debite eccezioni attualmente in vigore".
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