Cronaca martedì 16 luglio 2024 ore 08:30
Mascherine sanitarie non a norma, sequestro per 35 milioni
L'inchiesta partita in emergenza Covid, dalla Lombardia è approdata in Toscana fra Lucca e Pisa. Al Commissario 165 milioni di pezzi non conformi
BRESCIA — Era il Novembre 2020 e l'Italia era stretta nella morsa Covid, alla forsennata ricerca di mascherine sanitarie di protezione da distribuire ai cittadini. Proprio in questo contesto in Lombardia due ditte avevano fornito alla struttura del Commissario nazionale straordinario per l'emergenza pandemica la bellezza di 165 milioni di pezzi circa non a norma. Non conformi ai requisiti di legge.
L'inchiesta della guardia di finanza era partita dalla Liguria per trovare il suo epicentro nel Bresciano e approdare poi in Toscana, nelle province di Lucca e di Pisa dove stamani i militari delle Fiamme Gialle hanno avviato l'esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo fino alla concorrenza di oltre 35 milioni di euro disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Brescia, a cui si aggiunge un decreto di perquisizione locale e personale emesso dalla procura bresciana nei confronti di 2 entità giuridiche e dei rispettivi legali rappresentanti.
I due sono ritenuti responsabili a vario titolo di frode in commercio, frode nelle pubbliche forniture, riciclaggio, autoriciclaggio, nonché di violazioni in tema di dispositivi di protezione individuale, con conseguenti riflessi sulla responsabilità amministrativa degli enti.
L’indagine, spiega una nota della Finanza, "avrebbe permesso di disvelare come una società per azioni operante in Lombardia avesse fornito alla struttura commissariale nazionale, costituita per l’emergenza da Covid-19, un ingente quantitativo di mascherine (circa 165 milioni) non conformi ai requisiti di legge, conseguendo un profitto presumibilmente illecito quantificato in oltre 31 milioni di euro. Alla medesima società è stata contestata, di conseguenza, anche la responsabilità amministrativa degli enti derivante da reato".
Le successive investigazioni di polizia giudiziaria e valutaria avrebbero consentito di accertare le ulteriori e conseguenti ipotesi di reato: la ditta avrebbe infatti trasferito alla Srl controllante capogruppo il dividendo straordinario di 23 milioni di euro, pari ad una parte del valore del corrispettivo complessivamente incassato per le forniture, utilizzato poi per sottoscrivere una polizza assicurativa a proprio favore del valore complessivo di 3.700.000 euro.
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