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Cannabis light e alimenti: come si utilizza?

La legge che consente la presenza della cannabis come ingrediente di molti alimenti di largo consumo, quali possono essere pasta, pane, dolci, birra, succhi di frutta e cioccolato.



TOSCANA — Le opinioni riguardo alla cannabis sono da sempre piuttosto contrastanti, tuttavia, negli ultimi anni, grazie all’apertura di negozi e di e-store specializzati, sono sempre più numerose le persone che si avvalgono dei benefici effetti del CBD quale integratore alimentare dagli effetti salutari.

La possibilità di comprare su siti specializzati del settore erba legale di qualità, oltre a semi di cannabis, anche prodotti alimentari e cosmetici che contengono il CBD ha permesso di diffondere e far conoscere le qualità di questa pianta nei confronti della salute.

Inoltre, da almeno un paio d’anni, in Italia esiste una legge che consente la presenza della cannabis come ingrediente di molti alimenti di largo consumo, quali possono essere pasta, pane, dolci, birra, succhi di frutta e cioccolato.

Una decisione peraltro molto interessante, che valorizza ulteriormente le qualità della cannabis dopo che è stata introdotta anche nel settore medico e farmacologico. Del resto, le doti della Canapa Sativa sono ormai note si può dire da secoli, e nella seconda metà del Novecento l’Italia era uno dei maggiori coltivatori: una pratica agricola che purtroppo si è lentamente estinta anche a causa delle campagne contro gli stupefacenti e le dipendenze.

Cannabis nei prodotti alimentari: cosa dice oggi la legge

Abbiamo visto come oggi il mercato offra la possibilità di acquistare tantissimi prodotti, alimentari e non, contenenti cannabis e derivati, in ambito alimentare i prodotti basilari sono principalmente la farina e l’olio di semi, o i prodotti che li contengono.

Anche in questo caso si tratta di cannabis legale, il cui contenuto in THC, il principio attivo psicotropo della marijuana, è presente in una percentuale molto bassa, di solito intorno allo 0,2%.

Coltivazione industriale di cannabis e prodotti derivati

Scomparsa verso la fine del Novecento, la coltivazione industriale della canapa ha ripreso nel 2016, con l’intento di dare vita ad una vasta produzione di Canapa Sativa, utilizzata anche nel contesto farmacologico.

La coltivazione è consentita solo nel caso di semi certificati che possono produrre piante con contenuto in THC minimo o quasi nullo, tuttavia è importante considerare che la percentuale in THC può variare anche in relazione al tipo di terreno, al clima e a diverse altre variabili.

Infatti, i semi sono naturalmente privi di THC, ma non è raro che le piante ne contengano percentuali superiori a quanto consentito dalla legge.

La coltivazione su larga scala di cannabis, ma permesso di mettere in vendita un’ampia gamma di prodotti: dai tessuti, alle materie prime per la bioedilizia, al cartone, ai prodotti cosmetici, agli alimenti.

Olio di semi di canapa e altri ingredienti consentiti

La presenza dell’olio di semi di canapa nei prodotti alimentari non è una novità, ma è consentita fin dal 2009. Nei prodotti alimentari possono essere presenti sia olio che semi e farine, sempre con la caratteristica obbligatoria di una minima o nulla percentuale in THC.

In realtà, non esiste una precisa regolamentazione legislativa riguardo alla percentuale di THC negli alimenti, generalmente sia i semi che la farina ne sono praticamente privi, tuttavia può verificarsi una maggiore presenza di questa sostanza dovuta a contatti con le infiorescenze durante le varie fasi di lavorazione.

Con olio e farina di canapa si ottengono pasta, pane e prodotti da forno, dolci, gelati, salse, condimenti e molti altri prodotti di uso comune, oggi facilmente reperibili anche nei supermercati.

Semi e olio di canapa sono benefici per la salute?

L’olio di canapa, ricavato dai semi, contiene diverse sostanze salutari e benefiche per l’organismo, tra cui acidi grassi Omega 3 e Omega 6 e le vitamine antiossidanti E e gruppo B. Una fonte di elementi benefici, che rende questo olio consigliato anche nell’alimentazione quotidiana, come normale integratore.

Si utilizza come un olio normale, oppure per la preparazione dei cibi come condimento. Come abbiamo detto, l’olio di cannabis, a differenza dei fiori, non contiene THC e, di conseguenza, non provoca alcun effetto indesiderato.

Usare i fiori di cannabis in cucina è possibile?

Le infiorescenze di canapa, come sappiamo, in realtà sono soggette e restrizioni più severe anche perché non esiste una legge precisa che ne regolamenti l’utilizzo. In generale, si può dire che i fiori di cannabis light, venduti nei negozi specializzati e online, non potrebbero essere aggiunti come ingredienti ad alimenti di consumo comune: si tratta di un errore legislativo notevole, anche perché nei secoli passati i fiori di canapa venivano utilizzati spesso in cucina.

Inoltre, è bene considerare la notevole ricchezza in CBD delle infiorescenze di cannabis: il CBD è il principio attivo più importante per la salute, poiché oltre a non comportare alcun effetto psicotropo, apporta all’organismo importanti sostanze antiossidanti e svolge un effetto antinfiammatorio e antidolorifico naturale.

Quale integratore alimentare utilizzare per il benessere

Per chi avesse intenzione di ricorrere alla cannabis come integratore alimentare naturale per migliorare il proprio stato di benessere, il prodotto ideale è l’olio di CBD, scegliendo naturalmente un prodotto garantito, naturale e preferibilmente biologico.

Coltivare in casa la cannabis è possibile?

La coltivazione della cannabis light è consentita nel contesto industriale, mentre in ambito domestico è proibita sempre.

Ad ogni modo, gli appassionati del settore possono incanalare il loro interesse nei confronti dei prodotti a base di cannabis legale, disponibili a scopo collezionistico su diversi eCommerce del settore come Justbob, shop di recente apprezzato in Italia ed Europa per la varietà della sua offerta.


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