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Lavoro venerdì 13 gennaio 2017 ore 10:35

I turni massacranti di autisti e corrieri

Grido d'allarme della Cgil sullo sfruttamento del lavoro nel settore della logistica. Stress, intimidazioni e ricatti descritti in uno studio di Cat



FIRENZE — Cgil Toscana e Cgil Firenze lanciano l'allarme sulle condizioni di lavoro di chi opera nel settore della logistica: autisti, corrieri e magazzinieri. Sono proprio le interviste anonime rivolte ai lavoratori a costituire il cuore della ricerca condotta, su commissione dei sindacati, dalla cooperativa sociale onlus Cat. Il quadro che esce, dicono i sindacati, è drammatico: turni insostenibili, stress, intimidazioni e addirittura ricatti. 

Il progetto intitolato “Logistica e Sfruttamento lavorativo. Un’indagine nell’aerea metropolitana fiorentina" è nato, spiega la Cgil, con l'intento di ricostruire i processi e le dinamiche dello sfruttamento lavorativo. 

Da aprile 2015 a ottobre 2016 sono state svolte trentuno interviste qualitative anonime soprattutto tra Firenze e Prato, ma qualcuna anche in altre aree della regione con lavoratori e delegati Filt Cgil dei tre comparti interessati degli autisti di trasporti a lunga percorrenza, corrieri, magazzinieri. Sono invece quattro le interviste con testimoni qualificati con l’obiettivo di inquadrare l’andamento generale del fenomeno. La ricerca è stata presentata alla Camera del lavoro di Firenze. 

“Le dinamiche di sfruttamento, accelerate dal boom dell’e-commerce, s’innestano su alcune vulnerabilità della forza lavoro del settore - ha detto Gabrio Guidotti di Filt Cgil Toscana - la precarietà e la nazionalità straniera, l’eccesso di straordinari e la reiterata violazione della normativa relativa all'orario di lavoro e ai periodi di riposo, la presenza di intimazioni e minacce, l’abuso della vulnerabilità del lavoratore, la sussistenza di violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro".

Queste alcune voci raccolte tra gli intervistate e riportate dalla ricerca di Cat. "Lavoravi tredici-quattordici ore al giorno. Lo stipendio era di cinquantacinque euro al giorno. Se eri malato niente, se eri in ferie niente. La mattina presto si entrava: dalla mattina alle sei fino alla sera alle otto. Pause: dipendeva dalle cose che c’era da consegnare. Era veramente un gran massacro". E ancora: "Se prendi un autovelox, o se schiacci qualcuno per la strada, sono affari tuoi… in caso di incidente, uguale, se hai torto paghi la franchigia del furgone, paghi i danni eventualmente". 

Fino ad arrivare a constatazioni molto gravi: "Un altro problema che abbiamo all'interno di queste cooperative, che lavorano con questi ritmi di lavoro massacranti, è che tante persone fanno anche uso di stupefacenti per poter reggere, per poter reggere la tensione. Gente, che fuma, e gente anche che sniffa cocaina, per poter reggere. Mantenere il ritmo". "Gente con gli psicofarmaci, almeno 7-8 persone documentate dall’Asl"

Uno degli elementi centrali per comprendere le dinamiche dello sfruttamento denunciato dalla Cgil, spiega il sindacato, è il tempo imposto nel trattare e trasportare la merce. Un esempio è la richiesta da parte delle aziende di corrierato di effettuare, nell’arco temporale giornaliero, un numero di consegne non sostenibile se si rispettano le indicazioni di orario e di riposo del contratto nazionale. Ne conseguono in molti casi ritmi di lavoro che violano le norme. Un altro esempio sono le pressioni da parte dei datori di lavoro degli autisti a lunga percorrenza per usare sistemi di manomissione degli strumenti di controllo e rilevazione del tempo di guida.

Queste, dunque, alcune delle pratiche più diffuse emerse con lo studio: svolgere straordinari non pagati, svolgere ore di lavoro superiori a quelle sul contratto, essere costretti ad accettare straordinari in orario festivo, non poter/riuscire a fare pausa pranzo, avere giorni di ferie cancellati quando se ne ha diritto, cambiare l’orario di lavoro di giorno in giorno, avere conseguenze fisiche per i ritmi di lavoro, sapere quando si entra ma non sapere quando si esce dal lavoro, non avere diritto al riposo settimanale, ricevere pressioni per lasciare il sindacato, ricevere insulti-vessazioni-ricatti dai superiori.

La Filt Cgil, è stato spiegato durante la presentazione dello studio, in questi anni ha cercato di migliorare la situazione dei lavoratori del comparto mettendo in pista il Contratto di Filiera, unico nel suo genere, che copre tutto il settore delle merci e della logistica con lo stesso contratto di lavoro, lavoratori diretti e indiretti, superando una difficoltà comune, quella della rappresentanza universale nel mondo del lavoro. Obiettivo: la parità assoluta di condizioni tra il lavoratore in appalto e il lavoratore dipendente, con la piena applicazione dello stesso Ccnl. Intanto, spiega in una nota la Cgil, "sono stati stipulati molti accordi con aziende multinazionali  che hanno iniziato un percorso teso a eliminare le cooperative spurie dai loro appalti, nell'ambito di una stabilizzazione definitiva dei rapporti di lavoro, come dipendenti attraverso società di capitale, uscendo dalla figura “ambigua” del socio lavoratore". 


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