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Lavoro martedì 28 aprile 2020 ore 18:30

"4 Maggio di protesta, negozi e ristoranti tutti aperti"

Confcommercio Toscana annuncia la mobilitazione contro le chiusure per Covid dell'intera rete del commercio e della ristorazione



FIRENZE — Confcommercio Toscana non ci sta. Con migliaia di iscritti in crisi nera per le chiusure imposte dal governo per contenere l'epidemia di Covid e con la prospettiva di un'eventuale riapertura dei negozi solo a partire dal 18 Maggio e dei pubblici esericizi dal primo giugno, l'associazione di categoria annuncia "iniziative forti che vedranno il coinvolgimento dell'intera rete del commercio e della ristorazione, con tutti gli esercizi aperti" il 4 Maggio, fatidico lunedì in cui scatterà il primo allentamento delle misure anti-coronavirus (che però riguarda le industrie manifatturiere).

Confcommercio ha comunque già scritto al presidente della Regione Toscana e ai prefetti per sollecitare il governo a modificare il calendario della fase 2, anticipando al 4 maggio la riapertura dei negozi al dettaglio e al 18 quella dei pubblici esercizi.

Si tratta di un anticipo di sole due settimane rispetto a quanto annunciato dal premier Conte ma importante per gli imprenditori del settore, senza entrate ormai da due mesi e dunque in grande sofferenza. Tanto che, secondo le previsioni dell’associazione di categoria, il 20 per cento delle loro aziende potrebbe non riaprire mai più.

“Ci siamo mobilitati scrivendo a livello provinciale a tutti i Prefetti della regione perché accettino la nostra richiesta - spiega la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini - al tempo stesso a livello regionale, insieme ad altre associazioni, abbiamo avanzato la stessa richiesta al presidente Rossi perché se ne faccia portatore nei confronti del presidente del Consiglio Conte, se possibile insieme ai presidenti di altre Regioni (come Emilia Romagna, Veneto e Umbria)”.

Per il 4 maggio è comunque prevista un’azione plateale di protesta.

“La necessità di una mobilitazione generale per quel giorno è fortemente sentita da tutti gli imprenditori toscani, ma anche da privati cittadini che in queste ore ci stanno manifestando la loro piena solidarietà - sottolinea la presidente - Stiamo quindi studiando iniziative molto forti che prevedono il coinvolgimento dell’intera rete toscana del retail e della somministrazione. Sempre che, ovviamente, le nostre richieste in merito al nuovo calendario delle aperture non vengano accettate”.

Nella lettera inviata al prefetto di Firenze Laura Lega, coordinatrice delle prefetture toscane, la presidente della Confcommercio Toscana Anna Lapini e il presidente della Fipe regionale e della Confcommercio fiorentina Aldo Cursano hanno tenuto a evidenziare che “in questi due mesi di lock down gli imprenditori da noi rappresentati hanno dimostrato serietà e grande senso di responsabilità, rispettando le regole in essere per il contenimento del contagio. Sono dunque perfettamente in grado di continuare a dare il loro contributo attivo nella gestione dell’emergenza sanitaria, anche nella ripresa della loro attività, che sarà ovviamente improntata alla massima sicurezza e alla tutela della salute propria, dei propri collaboratori e dei clienti”.

Una riapertura di queste imprese anticipata rispetto ai tempi annunciati dal presidente Conte verrebbe poi a correggere una evidente anomalia - prosegue il testo - attualmente sono infatti consentite attività e servizi potenzialmente più esposti ai rischi del contagio per il numero di persone coinvolte (si veda il caso del trasporto pubblico o del lavoro nelle grandi imprese del settore manifatturiero). Non si capisce dunque come possa nuocere alla salute pubblica la riapertura di piccoli negozi o di pubblici esercizi dove l’ingresso dei clienti sarebbe comunque contingentato”.

Sottolineiamo inoltre la valenza sociale di una ripartenza delle imprese del terziario, per il ruolo che esse hanno nella promozione e diffusione, fra la cittadinanza, di comportamenti responsabili e rispettosi delle regole - concludono i presidenti Lapini e Cursano - Gli unici che, del resto, ci consentiranno di convivere con la pandemia in atto senza però rinunciare ad una qualità di vita accettabile”.


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