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Attualità giovedì 10 settembre 2015 ore 14:41

Credito, nuova linfa per famiglie e imprese

Dopo 13 trimestri consecutivi di stop, le banche sono tornate a prestare soldi alle aziende toscane. Con l'eccezione di quelle edili e artigiane



FIRENZE — E' una nuova infornata di numeri quella contenuta nel report di Unioncamere relativo al primo trimestre di quest'anno. Numeri, per una volta, positivi anche sul fronte dei prestiti bancari in favore di imprese e famiglie. Niente di particolarmente esaltante, ma quanto basta per dare nuova linfa alle casse delle aziende e agli investimenti dei cittadini. 

Dopo la contrazione dei prestiti alle imprese che si è registrato nel 2012-2013, da un anno a questa parte si iniziano a vedere segni di stabilizzazione: il manifatturiero e i servizi hanno fatto registrare rispettivamente un +0,2% e un +0,4% rispetto ai prestiti ottenuti nei primi 3 mesi del 2014. E questo si è tradotto in un, seppur minimo, calo dei tassi d'interesse sui prestiti a medio lungo termine che si sono stabilizzati al 2,9% per le famiglie e al 2,8% per le imprese.

Per quanto riguarda le aziende, a beneficiare di nuovo credito sono state quelle mediamente strutturate, mentre per quelle artigiane e in particolare quelle che operano nell'edilizia è notte fonda.

Per le prime i prestiti si sono ridotti ulteriormente del 3,2%, mentre tra le imprese edilizie il calo medio è dell'1,5%. Ecco spiegato l'alto tasso d'interesse sui crediti a breve termine che per le imprese di piccole dimensioni si è stabilizzato attorno al 9,2% , mentre per quelle costruttrici all'8,9%.

"Nel complesso - ha evidenziato il presidente di Unioncamere Toscana Andrea Sereni - le erogazioni di prestiti al sistema economico-produttivo hanno smesso di arretrare, ed è incoraggiante rilevare come l'accesso al credito stia migliorando anche in virtù dei rifinanziamenti operati dalla BCE". 

"Gli effetti della prolungata fase di crisi ed una ripresa che si annuncia per il momento moderata - ha precisato però Sereni - non consentiranno una riduzione significativa degli indici di rischio e, a meno di operazioni straordinarie di cessione, l'ammontare di crediti in sofferenza generati nel corso degli ultimi anni continuerà a pesare in maniera significativa sul sistema".


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