Attualità martedì 14 ottobre 2014 ore 16:31
Ebola, l'epidemia si aggrava, 9000 casi
I decessi sono 4500. Dati diffusi dall'Oms. Per gestire eventuali emergenze, in Toscana è stato istituito il primo nucleo nucleo operativo ebola
GINEVRA — Ad aggiornare il bilancio sulla diffusione del contagio è stato Bruce Aylward, vicedirettore generale dell'Oms, responsabile degli interventi operativi di risposta all'epidemia.
Per quanto riguarda la Toscana, sulla base delle indicazioni ricevute dal governo, le strutture sanitarie toscane sono state preparate a gestire eventuali casi sospetti: oltre a creare un'unità operativa ebola, in tutte le Asl sono state effettuate esercitazioni sanitarie, individuati i laboratori di riferimento, censiti i posti letto di malattie infettive. Diffuse anche le linee guida che gli operatori. Tra queste: trasportare l'eventuale caso sospetto in un ospedale dove sia presente un reparto di malattie infettive; verificare e aggiornare i protocolli; verificare la scorta dei dispositivi di protezione individuale come tute, visiere, mascherine, sovrascarpe.
Questa la scheda della malattia da virus Ebola contenuta nel protocollo del Ministero della Salute italiano:
LA MALATTIA DA VIRUS EBOLA (MVE)
MANIFESTAZIONI CLINICHE - Clinicamente, si tratta di una malattia acuta grave, caratterizzata da comparsa improvvisa di febbre elevata, astenia intensa, dolori articolari e muscolari, inappetenza e mal di stomaco, mal di testa, mal di gola. Questi primi sintomi possono essere seguiti da vomito, diarrea, esantema cutaneo diffuso, iniezione congiuntivale, singhiozzo, tosse, dolore al petto, difficoltà respiratorie o di deglutizione. I fenomeni emorragici, sia cutanei che viscerali, possono comparire in genere al sesto-settimo giorno, soprattutto a carico del tratto gastrointestinale (ematemesi e melena) e dei polmoni. Si accompagnano a petecchie, epistassi, ematuria, emorragie sottocongiuntivali e gengivali, meno-metrorragie. L'infezione da malattia da virus Ebola può essere confermata solo attraverso test virologici. La letalità è compresa tra il 50 e il 90%, nell'epidemia in corso è di poco superiore al 50%.
PERIODO DI INCUBAZIONE - Il periodo di incubazione è mediamente di 8-10 giorni con un range di 2-21 giorni. Al momento non è possibile identificate i pazienti infetti durante il periodo di incubazione (ovvero prima dell'inizio dei sintomi), neanche con i test molecolari.
TRASMISSIONE FRA ESSERI UMANI
Inizio e durata della contagiosità
Durante il periodo di incubazione le persone non sono
considerate a rischio di trasmettere l'infezione. Il
paziente diventa contagioso tramite secrezioni quando
comincia a manifestare sintomi, e si mantiene contagioso
fino a quando il virus è rilevabile nel sangue. Per
questo motivo, per evitare di infettare chiunque altro nella
comunità, i pazienti infetti devono essere
attentamente monitorati e sottoposti a test virologici prima
della dimissione, per garantire che il virus non sia
più rilevabile in circolo. L'eliminazione del virus
tramite allattamento e per via sessuale può
proseguire anche dopo la guarigione clinica. In particolare,
la permanenza del virus nello sperma può verificarsi
fino a 7 settimane dopo la guarigione e, in casi
eccezionali, anche oltre (fino a 12 settimane).
Modalità di trasmissione
Le informazioni scientifiche disponibili, desunte dalle
pregresse epidemie di Ebola, evidenziano come il virus Ebola
si trasmetta attraverso:
• il contatto diretto (per via cutanea o mucosale) con
sangue o altri liquidi/materiali biologici, quali saliva,
feci, vomito, sperma, incluse le secrezioni salivari
(droplets);
• il contatto indiretto (per via cutanea o mucosale),
con oggetti contaminati con sangue o altri liquidi biologici
(ad esempio aghi).
Non vi sono evidenze di trasmissione del virus per via
aerea. La probabilità di trasmissione del virus
cambia nel corso della malattia con l'evolversi delle
manifestazioni cliniche. All'inizio, quando è
presente solo febbre in assenza di vomito o diarrea o di
manifestazioni emorragiche, il rischio di trasmissione
è basso; nelle fasi tardive, quando compaiono
manifestazioni emorragiche, il rischio è
significativamente più elevato e rimane molto alto
anche dopo la morte. Per questo motivo, le precauzioni di
isolamento raccomandate sono incrementate in relazione alla
fase del percorso assistenziale, in ragione della
valutazione del rischio (cioè probabilità che
il paziente sia stato effettivamente esposto ad un malato di
Ebola), stadio e decorso clinico della
malattia.
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