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Attualità giovedì 24 ottobre 2024 ore 09:40

Sull'Arno nuova cassa di espansione entro il 2025

arno
L'Arno all'altezza di Figline Valdarno

Il cantiere ha superato la fase cruciale con la posa di tre monoliti di cemento armato: sistema di laminazione contro il rischio alluvioni



FIGLINE E INCISA VALDARNO — Per proteggere la città di Firenze dalle alluvioni, lungo l'Arno si lavora alla nuova cassa di espansione Pizziconi a Figline Valdarno: il cantiere ha appena superato la sua fase cruciale con i tre monoliti di cemento armato spinti sotto l’autostrada A1 Milano-Napoli e ora i lavori, cominciati a Marzo del 2021, saranno definitivamente conclusi entro il primo trimestre del 2025.

Il sistema di laminazione fa dunque un passo avanti fondamentale, e ieri mattina il presidente Eugenio Giani e l’assessora alla protezione civile e difesa del suolo Monia Monni hanno effettuato un sopralluogo per constatarne gli sviluppi e le tappe finali. Con loro anche il sindaco di Figline e Incisa Valerio Pianigiani.

La realizzazione del lotto 2 (l’importo dell’intervento è di 13milioni e 300mila euro) permetterà l’entrata delle acque di piena dell’Arno nei due moduli e quindi la messa in funzione della cassa realizzata con il lotto 1. 

Il sopralluogo con il presidente Giani e l'assessora Monni

Il sopralluogo con il presidente Giani e l'assessora Monni

La cassa di Pizziconi è un intervento previsto dal Piano stralcio relativo alla riduzione del rischio idraulico del bacino del fiume Arno e dal Piano di Gestione del Rischio da Alluvione per la riduzione del rischio idraulico. Soggetto gestore è la Regione Toscana, attraverso il Genio Civile Valdarno.

Capacità per 3,8 milioni di metri cubi d'acqua

Per invasare i 3,8 milioni di metri cubi, che è la totale capacità della cassa Pizziconi, manca un ultimo tassello: il ‘terzo modulo’ già a gara (l’importo è di 3 milioni 200mila euro di fondi Fsc) che verrà realizzato a monte di quello già realizzato. Si tratta di un nuovo argine parallelo alla linea ferroviaria Alta Velocità, opera di connessione fra il modulo due e il modulo tre e dell’elettrificazione delle paratoie del reticolo minore e dell’opera di presa della cassa di espansione.

Intanto, però: “Questo – ha detto Giani - è l’esempio che ci spiega che nel tratto dell’Arno fra Pontassieve e Firenze, se dovesse succedere qualcosa, abbiamo 3 milioni e 100mila metri cubi in più di acqua che, invece di uscire fuori dal fiume, vengono canalizzati in una vasca di espansione. Tutto questo è stato reso possibile grazie al lavoro di grande ingegneria dell’opera che consente all’acqua di trovare sfogo nella campagna di Pizziconi. È la prima delle aree di laminazione ma è importantissima. Se ci fosse un’emergenza l’Arno può già essere controllato. E’ un intervento da oltre 13 milioni di euro che consente di dare una risposta concreta e stamani ufficialmente possiamo far vedere ai nostri cittadini come i lavori sono andati avanti”.

In cantiere

In cantiere

Giani ha poi sottolineato come il lavoro fatto sotto l’autostrada dove sono stati spinti i tre monoliti favorisca l’allargamento della A1: “Ci sono già le assi - ha spiegato - per poter sostenere una terzia corsia. La Società Autostrade che la svilupperà da Incisa, dove sono già in corso i cantieri, al Valdarno e poi verso Roma, qui troverà già un vantaggio”.

"Una straordinaria opera di ingegneria"

“Oggi verifichiamo lo stato di avanzamento dell’intervento. Sono lavori assai complessi - ha proseguito l’assessora Monni - di un’opera di ingegneria straordinaria. Stiamo sostanzialmente realizzando il rubinetto della cassa di espansione di Pizziconi che è già collaudata e in funzione, ma con questo sistema, fatto da sei monoliti in cemento armato di 16 metri per 5, l’ingresso nella cassa potrà essere regolato a seconda del bisogno fino 3 milioni e 100 metri cubi di acqua”.

L’obiettivo del complesso progetto di ingegneria civile è stato, prima di tutto, quello di aver ridotto al minimo se non annullare i periodi di chiusura dell’autostrada direttamente coinvolta nella costruzione dei tre scatolari di sottoattraversamento per il collegamento del Fiume Arno con le aree della cassa di espansione. Con la tecnica dello spingitubo sono stati costruiti sul posto tre monoliti in cemento armato inseriti all’interno della piattaforma autostradale per mezzo di appositi martinetti idraulici. L’ingresso delle acque di piena dell’Arno verrà regolato da tre paratie metalliche che potranno essere gestite da remoto attraverso un sistema di telecontrollo.

“La cassa di di Pizziconi - ha aggiunto - è parte di un complesso di opere a difesa dell’abitato fiorentino, che comprende altre 4 casse di espansione nella zona del Valdarno fiorentino, il rialzo della diga di Levane, gli argini provvisori lungo il tratto dell’Arno nel centro storico fiorentino, aggiungendosi già a Bilancino che oltre a fornire l’acqua a tutta l’area metropolitana fiorentina, svolge un’attività di laminazione potendo invasare fino 25milioni di metri cubi“.

Sulla tempestività degli interventi, Monni sottolinea la necessità di mettere mano al sistema normativo della realizzazione delle opere idrauliche, soprattutto nei territori particolarmente fragili e quelli colpiti dalle alluvioni. “In questo Paese – ribadisce - sono troppo lunghi i tempi di autorizzazione delle opere, ad esempio il sopralzo della diga di Levane è ancora fermo al Mase per la sua autorizzazione pur essendo un’opera strategica fondamentale per la nostra regione". 

“Finché il sistema non entrerà completamente in funzione - ha sottolineato il sindaco Pianigiani - rimangono aree dove non è possibile sviluppare attività o pianificare investimenti. Questo ha chiaramente generato aspettative tra i nostri cittadini che sperano di vedere al più presto il ritorno alla normalità, con la possibilità di tornare ad essere una zona attrattiva per gli investimenti, per nuove iniziative imprenditoriali e per le aziende agricole". 


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