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Attualità venerdì 12 maggio 2023 ore 17:30

Al via la ristrutturazione del museo Casa Siviero

Un investimento da 3 milioni e 700mila euro. I lavori si concluderanno nella primavera del 2025. Ipotesi recupero della pescaia di S.Niccolò



FIRENZE — Nuova vita per il museo Casa Siviero. La palazzina ottocentesca sul lungarno Serristori che fu l’abitazione dell’antiquario Rodolfo Siviero e che oggi è di proprietà della Regione Toscana sarà oggetto di un importante intervento di ristrutturazione che renderà il complesso interamente accessibile - oggi è aperto al pubblico solo il primo piano - con un investimento di 3 milioni e 700mila euro. I dettagli del progetto sono stati illustrati dal governatore Eugenio Giani. La ristrutturazione consentirà di esporre tutti i beni e le opere lasciate in eredità da Siviero alla Regione e creare nuovi servizi e spazi da mettere a disposizione delle associazioni di volontariato.

L’obiettivo della Regione è riaprire al pubblico Casa Siviero nella primavera 2025. Il presidente Giani insieme al sindaco di Firenze Dario Nardella sta lavorando anche all’ipotesi di agevolare l’accesso a questa parte del centro storico (e quindi a Casa Siviero) attraverso il recupero del passaggio pedonale all’interno della Pescaia di San Niccolò.

L’avvio della ristrutturazione del museo è coincisa con la presentazione del restauro di un dipinto cinquecentesco che fa parte della collezione del museo, finanziato dai 6 Lions Club di Firenze e dell’area metropolitana.

Il progetto del “nuovo” museo Casa Siviero

Il piano terra rialzato e il piano primo saranno destinati a museo per documentare la vita e l’opera di Rodolfo Siviero. Il piano seminterrato, che sarà aperto in particolare alle scolaresche, sarà dotato di un’area book - shop, di un guardaroba, di una sala attrezzata con audio-video, di un’area break e un locale magazzino per le attrezzature necessarie per manifestazioni e piccoli eventi.

Al piano secondo ci saranno due alloggi temporanei, da destinare ad esempio a studiosi o ricercatori in visita, con ingresso indipendente da Lungarno Serristori.

Tempistica

Entro il mese di Maggio avranno inizio le indagini strutturali e le indagini stratigrafiche all’interno dell’immobile per la definizione degli aspetti strutturali e decorativi.

Nel mese di Giugno è prevista la verifica e la validazione del progetto esecutivo. Nel mese di Luglio, l’avvio delle procedure di gara che individueranno il nominativo dell’impresa esecutrice dei lavori auspicabilmente nel prossimo autunno

Casa Siviero, la storia

L’architettura della palazzina ottocentesca, in stile Neo-rinascimentale e la posizione alla base delle rampe che salgono verso il Piazzale Michelangelo ne fanno attribuire il disegno a Giuseppe Poggi, l’architetto a cui si deve il rinnovamento urbanistico di Firenze al tempo in cui la città fu capitale d’Italia.

Nel 1919 la Palazzina fu acquistata da Matilde Forti, moglie dello storico e critico d’arte Giorgio Castelfranco, amico e mecenate del pittore Giorgio De Chirico che, a lungo, fra il 1920 ed il 1924, visse e lavorò in questa casa. Negli anni trenta Castelfranco conservava in questa abitazione una collezione di 35 dipinti e centinaia di disegni di De Chirico. Al tempo delle persecuzioni razziali, essendo di religione ebraica, la famiglia Castelfranco dovette vendere la collezione e fuggire. Avendo ormai abbandonato Firenze, Matilde Forti Castelfranco vendette la casa a Rodolfo Siviero che l’acquistò in due fasi: una prima parte nel 1944 e la successiva nel 1962.

Siviero, cui si deve il recupero di molte opere d’arte scomparse durante la seconda guerra mondiale, utilizzò l’edificio come abitazione di famiglia. Il complesso di Casa Siviero, con l’intera raccolta delle opere d’arte del collezionista, che comprende mobili, armi, reperti archeologici, statue lignee rinascimentali, antichi reliquiari e opere d’arte (di particolare rilievo il nucleo novecentesco con opere di De Chirico, Soffici, Manzù, Annigoni e Messina) passa in proprietà della Regione Toscana nel 1983 alla morte di Rodolfo Siviero per sua stessa volontà testamentaria, con la condizione che la Regione lo promuova opportunamente.


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