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Attualità mercoledì 06 novembre 2019 ore 11:15

Cava Fornace, mozione di sfiducia per Fratoni

Mozione di sfiducia per l’Assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni protocollata in Consiglio regionale, primo firmatario Giacomo Giannarelli



FIRENZE — Una mozione di sfiducia per l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni è stata protocollata oggi in Consiglio regionale, primo firmatario Giacomo Giannarelli, presidente del gruppo regionale del MoVimento 5 Stelle. Il motivo è la mancata chiusura della discarica Cava Fornace, a Montignoso.

La discarica, nata per raccogliere gli scarti della lavorazione del marmo, oggi raccoglie anche terre di scavo o bonifica e amianto da tutta Italia.

“Sulla discarica di Cava Fornace – spiega Giannarelli - l’assessore Fratoni tradisce l’indicazione politica del Consiglio regionale, che con ben due mozioni aveva chiesto la chiusura della discarica. Già nel 2017 il MoVimento 5 Stelle si attivò in Consiglio regionale per chiederne la chiusura. Poiché lo stesso Assessore ha dichiarato che non è possibile chiudere Cava Fornace, è evidente che debba o dimettersi di sua spontanea volontà o essere dimessa dal Presidente Rossi. Fratoni disattende le precise volontà dell’Assemblea consiliare e per giunta anche del suo stesso partito. Occorre fare chiarezza sulla posizione del Partito Democratico che in Consiglio, sul tema rifiuti, ma non solo, vota una cosa e per mano di un proprio esponente di Giunta, invece, ne fa un’altra. Noi del MoVimento 5 Stelle non molleremo la questione, Cava Fornace deve essere chiusa”.

Anche Gabriele Bianchi, Consigliere regionale pentastellato, interviene sulla vicenda: “Sono anni che sosteniamo questa battaglia per chiudere Cava Fornace, non possiamo sopportare ulteriori silenzi o distorsioni della realtà. L'Assessore Fratoni, a sua difesa, sostiene che il "progetto di innalzamento delle arginature" sarebbe stato autorizzato dalle Province di Massa Carrara e Lucca, ma non è così: l'Autorizzazione Integrata Ambientale vigente prevede tre fasi di coltivazione e autorizza all'esercizio solo la prima fase (quella fino a quota 43mt sul livello del mare). Nessun innalzamento degli argini è pertanto autorizzato né tantomeno devono essere le province ad autorizzarlo, bensì proprio la Regione Toscana.”


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