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Attualità martedì 29 settembre 2020 ore 12:00

Covid e Sindrome di Down, mortalità fino a 10 volte più elevata

Le persone con Sindrome di Down sono state al centro di uno studio dell'ISS e Università Cattolica. Si stimano circa 130 decessi in 4 mesi



FIRENZE — La mortalità per Covid-19 tra le persone con Sindrome di Down potrebbe essere stata fino a 10 volte maggiore rispetto a quella della popolazione generale.

Sono 16 le persone con Sindrome di Down positive al coronavirus decedute in Italia da Febbraio a Giugno, l'età è di queste persone era circa di 52 anni contro i 78 dei positivi senza Sindrome di Down deceduti nello stesso periodo e con un rischio maggiore di complicanze non respiratorie come sepsi (31%).

La prevalenza di persone con Sindrome di Down nel campione esaminato è stata dello 0,5% (16 individui). Questo porta ad una stima di 100-130 individui con Sindrome di Down deceduti con Covid-19 in Italia fino all’11 giugno scorso.

A questa conclusione sono giunti i ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità che, insieme a quelli dell’Università Cattolica, Campus di Roma, hanno analizzato 3.438 grafici, elaborati dallo stesso ISS dal 22 febbraio 2020 all'11 giugno 2020.

Lo studio, pubblicato sull’American Journal of Medical Genetics, è in linea con le conclusioni di un altro studio retrospettivo condotto negli Stati Uniti sui pazienti ospedalizzati con Covid-19, che ha descritto un aumento di nove volte la percentuale prevista di pazienti con Sindrome di Down ospedalizzati rispetto alla popolazione generale.

“La prevalenza di SD nella popolazione generale italiana è circa lo 0,05%, suggerendo che la mortalità da CoVID-19 in questa popolazione potrebbe essere fino a 10 volte maggiore della popolazione generale - spiega Graziano Onder, direttore del Dipartimento di malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e dell’invecchiamento dell’ISS.

 Sempre secondo gli studiosi dell'Iss "Questi pazienti sono più suscettibili alle infezioni, sperimentano l'invecchiamento precoce di più organi e sistemi, sviluppano un ampio spettro di comorbidità, comprese endocrinopatie, malattie neurologiche, reumatiche, muscoloscheletriche. Inoltre, presentano spesso diverse anomalie anatomiche delle vie aeree superiori che aumentano la probabilità di ostruzione delle medesime vie aeree, una condizione che può predisporre all’ipertensione polmonare, che a sua volta può aumentare la gravità dell'infezione da CoVID-19"”.

“In sintesi, le persone adulte con SD rappresentano una popolazione fragile e vulnerabile alle infezioni e pertanto da tutelare con estrema attenzione in questa fase epidemica – dichiara Emanuele Rocco Villani, dottorando di ricerca in Scienze dell’invecchiamento all'Università Cattolica e primo autore della ricerca - . Le persone con SD rientrano dunque nella fascia di popolazione per cui l'accesso al vaccino per SARS-COV2 dovrà essere prioritario, nel momento in cui esso sarà finalmente disponibile”.

Le caratteristiche cliniche e demografiche dei pazienti con Sindrome di Down

Gli individui con Sindrome di Down erano più giovani di quelli senza (52 contro 78 anni), mentre la distribuzione del sesso era simile (femmine 38% vs. 33%). Le malattie autoimmuni come tiroidite di Hashimoto e psoriasi (44% vs. 4%), l’obesità (38% vs. 11%), e la demenza (38% vs. 16%) erano però significativamente più diffuse negli individui con SD. Queste condizioni sono noti fattori di rischio, in quanto associate ad uno stato proinfiammatorio, che sembra avere un ruolo nell'insorgenza di gravi complicazioni di CoVID-19. Tutti e 16 i soggetti inoltre hanno sviluppato, come complicanza, la sindrome da distress respiratorio acuto.

Anche le superinfezioni batteriche, come le infezioni del sangue (sepsi) e la polmonite batterica, sono state più comuni tra i soggetti con SD morti con CoVID-19 rispetto alla popolazione generale (31% contro il 13%), un dato in linea con l'osservazione che gli individui con SD presentano una maggiore suscettibilità alle infezioni per la presenza di deficit immunitari.

L'età media di morte nei soggetti con DS è stata stimata intorno a 60 anni.


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