Attualità mercoledì 04 novembre 2015 ore 14:22
Referendum, firme depositate ma che fatica
La consegna delle firme contro la riforma sanitaria ha rischiato di slittare per un cavillo. Ma dopo le minacce delle opposizioni è interventuto Giani
FIRENZE — Momenti concitati stamattina nella sede del Consiglio regionale. I comitati promotori del referendum per l'abrogazione della legge 28 approvata alla fine della scorsa legislatura e che prevede il taglio delle Asl e la riforma del sistema sanitario toscano, si sono presentati sotto la sede di Palazzo Panciatichi prima delle 11, per depositare le 55mila firme raccolte in meno di due mesi e stipate in tre grosse valige rosse.
Al loro arrivo però hanno appreso con sconcerto che la data di consegna delle firme era stata spostata all'11 novembre. Colpa di un cavillo burocratico, ovvero la mancata convocazione del collegio di garanzia del Consiglio regionale che avrebbe dovuto di fatto prendere in consegna le firme.
Da quel momento è scattata la protesta. "Non ce ne andremo da qui fin quando non avremo consegnato le firme - ha tuonato Giuseppe Ricci, portavoce del comitato referendario -. Il giochino è di rinviare, rinviare. Significa perdere altri 7 giorni, che sono quelli indispensabili per arrivare entro dicembre a fare la verifica della bontà' di queste firme".
Uno slittamento che avrebbe impedito di svolgere la consultazione popolare nel 2016, visto che una norma regionale permette che i referendum si possano tenere solo da inizio marzo a fine giugno e che per completare l'iter burocratico necessario alla validazione delle firme e indizione della consultazione ci vogliono all'incirca 9 mesi.
A quel punto però sono intervenuti i consiglieri d'opposizione che hanno permesso ai sostenitori del referendum di entrare nel palazzo con le tre valigie contenenti le firme. Per provare ad accelerare i tempi per essere ricevuti dal presidente del Collegio di garanzia e consegnare a lui le sottoscrizioni i referendari hanno minacciato di occupare l'aula del Consiglio, mentre i consiglieri regionali di fare ostruzionismo in aula sulla nuova riforma sanitaria che il Pd vorrebbe approvare entro metà dicembre.
Alla fine ci ha pensato il presidente Eugenio Giani, contattato al telefono dal capogruppo M5S Giacomo Giannarelli, a sbloccare la situazione. Giani ha ricevuto la delegazione dei referendari e ha personalmente preso in carico le 55mila firme contenute in 17 faldoni.
"Non volevo che si creassero delle tensioni inutili su questioni formali. Viviamo in un Paese democratico - ha detto Giani -, quindi tali questioni devono essere affrontate come dialettica sulla sostanza delle cose, cosi' anche per i cittadini è più comprensibile".
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