Questo sito contribuisce alla audience di 
Toscana Media News quotidiano online.
Percorso semplificato Aggiornato alle 11:30 METEO:FIRENZE12°  QuiNews.net
Toscana Media News - Giornale Online
mercoledì 19 novembre 2025
Tutti i titoli:
corriere tv
Trump a Cristiano Ronaldo: «Mio figlio Baron è un tuo grande fan, ora mi rispetta di più»
Trump a Cristiano Ronaldo: «Mio figlio Baron è un tuo grande fan, ora mi rispetta di più»

Cronaca mercoledì 19 novembre 2025 ore 11:15

Maxifrode sull'Iva, sequestri per oltre 19 milioni

adm e finanza

Funzionari doganali e Finanza hanno stroncato una rete di contrabbando di abbigliamento. Sei misure cautelari, sigilli a circa mezzo milioni di abiti



FIRENZE — E' di sei misure cautelari e sequestri per oltre 19 milioni di euro il bilancio dell'operazione Broken Wall con cui i funzionari doganali e la guardia di finanza di Firenze, sotto il coordinamento della procura europea, hanno stroncato un sistema di contrabbando con frode sull'Iva per oltre 90 milioni di euro.

La rete criminale messa in piedi da persone di origine cinese e adesso disarticolata per anni avrebbe inquinato il mercato europeo con merci sottratte al pagamento dei diritti di confine. Le misure cautelari emesse sono due con custodia in carcere e quattro obblighi di dimora.

"Il meccanismo fraudolento prevedeva l’introduzione in Italia di ingenti quantitativi di merce cinese, formalmente destinata ad altri Paesi dell’Unione europea. Il fulcro era l’abuso della cosiddetta “procedura 42”, che consente l’immissione in libera pratica in uno Stato membro senza versamento immediato dell’Iva, purché i beni siano destinati ad altro Paese comunitario dove l’imposta deve essere corrisposta al momento dell’immissione in consumo", spiegano finanzieri e Agenzia delle dogane e monopoli in una nota.

Cosa accadeva in realtà

In realtà le merci non lasciavano mai il territorio nazionale: dopo le operazioni di sdoganamento, venivano immesse direttamente sul mercato italiano a prezzi artificialmente ribassati perché privi del carico fiscale, mentre formalmente, attraverso l’emissione di false fatture e documenti di trasporto, erano dichiarate per la cessione verso soggetti comunitari compiacenti.

Per rendere credibile la triangolazione fittizia, i responsabili si sarebbero avvalsi di un deposito fiscale a Sesto Fiorentino e di una galassia di società, sia italiane sia estere, utilizzate come schermi. Attraverso cessioni intracomunitarie simulate, i beni risultavano destinati a clienti esteri che in realtà non esistevano o erano meri prestanome, mentre venivano introdotti sul mercato italiano in totale evasione d’imposta.

Accanto a questo schema, l’indagine ha fatto emergere anche un abuso della cosiddetta “procedura 45”, relativa ai depositi Iva. Tali depositi servono a custodire le merci in sospensione d’imposta fino alla vendita al cliente finale. 

Il sodalizio, invece, dopo aver estratto i beni con emissione di autofatture, emetteva false fatture con destinazione i medesimi soggetti comunitari compiacenti, mentre, in realtà, le merci circolavano in nero in Italia con il risultato che l’Iva non veniva mai versata.

Anche in questo caso, il deposito di Sesto Fiorentino avrebbe costituito un nodo centrale per occultare la reale destinazione delle merci.

La rete internazionale

Le indagini hanno inoltre portato all’individuazione di altri soggetti, rappresentanti legali di società con sede in Bulgaria e Grecia e con interessi in diversi Paesi dell’Unione europea. Su impulso dei magistrati europei titolari dell’inchiesta, sono stati attivati i canali di cooperazione internazionale di polizia e doganale con gli organi collaterali di Germania, Polonia, Bulgaria, Spagna, Repubblica Ceca e Ungheria, le cui attività sul campo effettuate presso le sedi di società riconducibili al sodalizio e dislocate nei Paesi appena citati, hanno confermato l’inesistenza di strutture imprenditoriali idonee a ricevere gli ingenti quantitativi di merce movimentata e la sola presenza di uffici virtuali e recapiti di comodo funzionali al sistema di frode individuato.

Sono emersi collegamenti oggettivi e soggettivi tra gli indagati e compagini societarie fittizie localizzate nei predetti Stati, che hanno restituito la dimensione continentale della frode. Le società estere, solo sulla carta destinatarie delle merci, si sono rivelate meri schermi funzionali.

Vestiti e bici elettriche

Nel corso delle attività è emerso che attraverso false dichiarazioni del valore in dogana il sodalizio era riuscito a importare grosse partite di e-bike (bici elettriche) dichiarando in dogana un valore anche dieci volte inferiore a quello reale (a un prezzo tra i 50 e 110 euro l'una, ovvero meno di un decimo del valore di mercato).

Inoltre, nell’ambito dei singoli controlli effettuati all’atto dello sdoganamento sono già stati sequestrati circa mezzo milione di capi di abbigliamento oggetto di contrabbando.

Oltre agli arresti e ai sequestri, sono state effettuate perquisizioni mirate e acquisita copiosa documentazione, anche di natura digitale, quest’ultima con l’ausilio di personale qualificato del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, che sarà analizzata per completare la ricostruzione della filiera fraudolenta e individuare ogni ulteriore responsabilità.

Cosa sono le procedure doganali 42 e 45?

Ma in cosa consistono le procedure doganali citate in questa vicenda? Lo spiegano la guardia di finanza e l'Agenzia delle dogane e monopoli.

La procedura doganale 42 consente, secondo la normativa comunitaria, di immettere merci in libera pratica in uno Stato membro sospendendo il pagamento immediato dell’Iva, purché siano destinate a un altro Stato dell’Unione, dove l’imposta deve essere corrisposta all’atto dell’immissione in consumo. Lo scopo è agevolare i flussi intracomunitari. L’abuso consiste nel far figurare merci come destinate all’estero, mentre vengono immesse sul mercato nazionale senza assolvere l’imposta.

La procedura doganale 45, relativa ai depositi Iva, permette di introdurre merci in magazzini autorizzati in sospensione d’imposta, con obbligo di pagamento dell’IVA al momento dell’estrazione per la vendita interna. L’abuso consiste nell’estrarre la merce introdotta in deposito con autofattura e, successivamente, emettere false fatture di cessione intracomunitaria, così da immettere i beni direttamente sul mercato nazionale senza mai versare l’imposta.

"Entrambi i meccanismi, concepiti come strumenti di semplificazione, diventano se distorti potenti leve di frode carosello, con gravi ripercussioni per l’erario, la concorrenza e il tessuto produttivo", si spiega.


Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI

L'operazione di guardia di finanza e funzionari doganali
Tag
Iscriviti alla newsletter QUInews ToscanaMedia ed ogni sera riceverai gratis le notizie principali del giorno