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Lavoro sabato 07 aprile 2018 ore 14:25
Giudici di pace in sciopero per un mese
La protesta contro la riforma della magistratura onoraria inizierà il 9 aprile. Probabile impugnazione dei bandi per i nuovi concorsi
FIRENZE — A partire da lunedì prossimo, 9 aprile, i giudice di pace sciopereranno per quattro settimane consecutive contro la riforma della magistratura onoraria del ministro Andrea Orlando. Ad annunciarlo è l'Unione nazionale dei giudici di pace con una nota in cui spiega che ci sono in programma anche l'impugnazione dei bandi di concorso per i nuovi magistrati di pace e onorari che non riconoscono i titoli pregressi di "esercizio di funzioni giudiziarie onorarie" nonchè il decreto ministeriale sulle dotazioni organiche che "raddoppia il numero dei giudici di pace per destinarne il 40 per cento all'ufficio del processo in tribunale ove i magistrati sono degradati a meri stagisti".
"Il ministro Orlando, malgrado la batosta elettorale delle forze politiche che sostenevano il governo ancora in carica, sta portando avanti una riforma che segnerà il tracollo definitivo della giustizia in Italia - si legge nella nota dell'Unione nazionale dei giudici di pace - Già oggi i giudici di pace e i magistrati rattano il 60 per cento dei processi civili e penali di primo grado; a fronte di un aumento futuro dei carichi di lavoro sino all'80 per cento del contenzioso, l'attuale rapporto di lavoro a tempo pieno dei giudici di pace e dei magistrati onorari di tribunali e procure viene trasformato in un dopo lavoro con un impegno di non più di due giorni a settimana".
"Ciò determinerà un crollo della produttività ed efficienza di tutti gli uffici giudiziari, i cui disservizi già oggi costano al Paese una perdita annua di circa il 2 per cento del Pil, oltre ai risarcimenti per la legge Pinto - spiega ancora l'Unione dei giudici di pace - Auspichiamo che arrivino a breve un nuovo governo ed un nuovo ministro della Giustizia che ponga rimedio, con la massima urgenza, agli enormi danni che Andrea Orlando continua pervicacemente ad arrecare all'intero sistema giudiziario".
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