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Attualità sabato 22 luglio 2017 ore 10:12

Renzi il suo libro e il bello di fare il sindaco

Matteo Renzi a Firenze nella cornice di piazzale Michelangelo ha presentato il suo libro "Avanti" in un dialogo a due con il sindaco Dario Nardella



FIRENZE — Trecento persone al Piazzale Michelangelo per Matteo Renzi che ha presentato il suo libro Avanti. Più che una presentazione classica è stato un ritorno a casa. 

Lo si è capito fin dalle prime battute con il sindaco Dario Nardella, con il quale Renzi ha scherzato spesso senza seguire uno schema preciso, saltando da un argomento all'altro nonostante le domande dell'intervistatrice, la giornalista Eva Giovannini.

I successi di quando era sindaco e molte battute su Firenze, e sui fiorentini al centro della serata che ha avuto un sentore un po' da revival. " L'esperienza più bella è stata fare il sindaco", ha detto Renzi con un po' di malinconia. Poi il referendum e soprattutto il post-referendum: "Ho cercato disperatamente di smettere e di buttarmi nel privato, il libro è dedicato a chi non mi ha permesso di mollare".

E per questo poi il segretario del Pd ha sottolineato: "Per me un Paese che si muove e fa le cose è un Paese che ha voglia di andare avanti", ha detto Matteo Renzi. "Voglio ragionare del futuro: come si fa a diminuire le tasse, a investire sulle periferie, a non essere più un Paese in cui non si fanno più figli?".

Renzi ha parlato di questioni affrontate dal suo governo come il carico fiscale "che è andato bene con gli 80 euro", il lavoro che "ha visto una politica importante e positiva", la giustizia "come uno dei temi non risolti", e i cantieri "dove finalmente alcuni di quelli storici sono stati sbloccati".

Poi interrompendo Dario Nardella, che aveva appena parlato "dell'importanza e della bellezza di fare il sindaco ma anche il babbo", Renzi ha detto: "Il babbo lasciamolo stare, è un perioduccio, è un'immagine metaforica", riferendosi al caso Consip.

Poi dal pubblico, una voce maschile si è alzata rivolta a una signora che lì vicino continuava a parlare impedendo agli altri di ascoltare, il segretario, ha urlato: "Che ti cheti... ciabattona".

Renzi, che stava parlando, è rimasto in silenzio qualche secondo e poi, rivolto all'uomo, sorridendo, ha commentato: hai scelto perfettamente una mia pausa. Ragazzi, siamo a Firenze". Ma poi, prima di chiudere e firmare le copie del libro, ringrazia "tutti quelli con i quali siamo partiti" perché "la pagina più bella dobbiamo ancora scriverla".


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