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Attualità mercoledì 28 giugno 2017 ore 11:20
Tumore per colpa del cellulare, Inail condannata
Sentenza del giudice del lavoro di Firenze che ha condannato l'Inail a risarcire un lavoratore esposto per anni all'uso intensivo del telefonino
FIRENZE — La sentenza del giudice del lavoro di Firenze Vincenzo Nuvoli è destinata a far discutere perché, attraverso la consulenza medico-legale disposta, ha individuato la possibile "sussistenza del nesso causale tra l'uso del cellulare per motivi di lavoro e la patologia lamentata dal ricorrente". In altre parole, è assai probabile che a causare il neurinoma all'ottavo nervo cranico all'addetto alle vendite al centro della vicenda, sia stato il troppo tempo trascorso al cellulare. L'uomo, infatti, ha trascorso per lavoro diverse ore al giorno al cellulare dal 1994 al 2007.
A far pensare al nesso causale tra l'uso intensivo del telefonino e l'insorgenza del tumore sono la "localizzazione della patologia" all'orecchio destro e anche "l'utilizzo di apparecchi con superiore intensità di emissioni", in commercio e uso nei primi anni considerati. Si tratta in particolare dei Tacs, fino al 1997, dei Gsm fino al 2005 e degli Umts fino al 2007. La sentenza ha anche considerato la classificazione Iarc, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, dei campi elettromagnetici come "possibili cancerogeni - Gruppo 2B": si ritiene che esista "maggiore probabilità di insorgenza di patologie neoplastiche tra gli utilizzatori di telefoni cellulari".
A far partire la causa per l'addetto alle vendite sono stati gli avvocati Dario Zangara e Paolo Maresca dello studio Bonafede di Firenze. Ora in base alla sentenza l'Inail dovrà corrispondere al lavoratore un'indennizzo economico per inabilità permanente del 16 per cento.
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