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Attualità venerdì 24 marzo 2017 ore 16:29

Il peso in bolletta dello smaltimento dei fanghi

Proposta di Cispel alla Regione per realizzare in Toscana gli impianti di gestione dei fanghi che ora avviene fuori dal territorio regionale



FIRENZE — Il problema sollevato da Confeservizi Cispel Toscana riguarda lo smaltimento dei fanghi di depurazione che, spiega l'associazione, attualmente è indirizzato al 100 per cento fuori dal territorio toscano con un'incidenza futura annua sulle bollette del servizio idrico superiore ai 20 milioni di euro. 

Da qui la proposta avanzata alla Regione Toscana "per realizzare entro due anni, con il sostegno di Regione Toscana e Ato per la localizzazione e percorsi autorizzativi certi e rapidi, gli impianti adeguati per gestire tutto il flusso di fanghi toscano. Nel frattempo, come fase transitoria, occorre una legge regionale che consenta il recupero di fanghi in agricoltura, modificando l'attuale testo del decreto di legge depositato dalla Giunta in Consiglio, un provvedimento che così com'è non consente alcun utilizzo in agricoltura".

Dal punto di vista normativo, il recupero di fanghi di depurazione civile è regolamentato in Italia dal D.Lgs 99/1992, recepimento di una direttiva comunitaria. Da mesi, ricorda il Cispel, il Parlamento italiano sta lavorando ad un aggiornamento di questa norma, attualmente in commissione ambiente del Senato con il disegno di legge 2323 su delega del Governo a cui seguirà un D.M. con tempi ancora non certi. La stessa Commissione Europea sta rivedendo la direttiva, senza aver raggiunto un intesa. 

Nel ripercorrere lo stato delle cose, Cispel ricorda anche che recenti indagini delle procure hanno basato il loro giudizio preliminare sulla scelta di applicare le norme sulle bonifiche di terreni contaminati allo spandimento di fanghi in agricoltura. Per l'associazione si tratta di una scelta tecnica e giuridica infondata ed incomprensibile, smentita dallo stesso ministero dell’ambiente in una lettera di risposta proprio alla Regione Toscana a gennaio 2017.

La conclusione è che le autorizzazioni al recupero di fanghi in agricoltura sono così ferme in attesa di un chiarimento legale. Questo comporta, si legge nella nota del Cispel, che tutti i fanghi prodotti dagli impianti di depurazione dei gestori del SII toscani vengono inviati presso impianti di recupero in Lombardia o Veneto, ai fini dello stesso impiego agronomico dei fanghi, regioni che hanno proprie leggi regionali specifiche, sensate e ragionevoli che vanno verso il recupero di sostanza organica per i terreni agricoli e con strumenti di controllo ed analisi a tutela di questa attività. 

La proposta di Cispel arriva alla luce delle circa 110mila tonnellate di fanghi civili prodotte in Toscana ogni anno che nei prossimi anni diventeranno 130mila con il completamento della depurazione in tutte le zone. Fino a un anno fa, ricorda ancora l'associazione, il 40 per cento dei fanghi toscani veniva recuperato in agricoltura nella nostra stessa regione, mentre il restante 55-60 per cento avviato in compostaggio in impianti fuori regione per mancanza di impianti in Toscana. Oggi invece tutti i fanghi vanno negli impianti di compostaggio o di trattamento nel nord Italia, con un aumento a stima di costo globale annuo di 18 o 20 milioni di euro che, conclude il Cispel, peserà interamente sulle bollette pagate dai cittadini toscani.


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ALFREDO DE GIROLAMO SU PROPOSTA SMALTIMENTO FANGHI DI DEPURAZIONE - dichiarazione
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