Attualità lunedì 28 novembre 2022 ore 15:30
Investimenti esteri, la Toscana attrae e si lascia il Covid alle spalle
Nel 2022 gli investimenti dall'estero hanno recuperato quasi del tutto il gap col periodo pre pandemico, pur con un calo numerico delle operazioni
FIRENZE — Quanto a investimenti dall'estero la Toscana si lascia il Covid alle spalle: con 30 operazioni estere sulle 54 complessive per 2 miliardi di capitale investito il territorio regionale ha quasi del tutto recuperato il gap rispetto al perido pre pandemico.
Sono Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna i principali investitori stranieri specialmente nei tradizionali settori trainanti ovvero moda (16 operazioni), turismo e real estate (8), scienze della vita (7), agroalimentare (6). Firenze si conferma in testa con 16 progetti, seguita da Arezzo con 9 e da Pisa con 7.
I dati sono emersi oggi nel corso dell’Annual Meeting di Invest in Tuscany, lo ‘sportello' che oggi fa parte della direzione regionale per la competitività territoriale della Toscana ed autorità di gestione, in stretto raccordo con la stessa presidenza di Regione Toscana, e che si occupa di seguire le aziende che investono sul territorio.
La peculiarità del 2022 è che il valore degli investimenti - circa due miliardi di capitale, si diceva - ha sostanzialmente doppiato quello del 2021 quando però i progetti di investimento erano stati in numero superiore, ovvero 86. E se nel 2020 l'emergenza Covid aveva inciso, adesso la Toscana ha recuperato e a livello nazionale è la quarta regione per valore aggiunto prodotto dalle multinazionali sul territorio rispetto al totale regionale subito dopo Lombardia, Liguria e Lazio.
Per comprendere il peso specifico degli investimenti esteri in Toscana, basti pensare che nel 2019 le multinazionali estere risultavano proprietarie di 2.875 unità locali e occupavano più di 81mila addetti (4,8 % dell’occupazione totale regionale).
E stamani il convegno è stato aperto dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che ha sottolineato l'integrazione presente fra le multinazionali estere e il tessuto produttivo toscano fatto di micro, piccole e medie imprese: "Le multinazionali, dal canto loro, basano gran parte della propria presenza sui rapporti con l’indotto ed il sistema della ricerca".
La sessione di lavori ha poi visto come relatori Stefano Prezioso (dirigente di ricerca Svimez), Paolo Tedeschi (direttore regionale per la competitività territoriale della Toscana e autorità di gestione e Rappresentante della Conferenza delle Regioni e Province Autonome nel Comitato Attrazione Investimenti Esteri), Filippo Giabbani (responsabile del Settore Attività Internazionali e di Attrazione degli Investimenti), Paolo Ruggeri (Baker Hughes) e Mauro Carbone (Ecopol).
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