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Attualità venerdì 22 settembre 2017 ore 17:20

"Italiani, vogliamo che restiate in Gran Bretagna"

L'auto della premier britannica Theresa May

Da Firenze Theresa May si è rivolta ai 600mila italiani nel Regno Unito il cui destino è reso incerto dalla Brexit. "Noi mai a nostro agio nell'Ue"



FIRENZE — La 'hard Brexit' annunciata dopo il voto del 23 giugno 2016 con cui il 52 per cento dei britannici disse sì all'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea a Firenze poco più di un anno dopo si è trasformata in un "accordo creativo" che Gran Bretagna e Ue dovranno stipulare nei prossimi tempi. In cosa di preciso consista la creatività resta ancora da capire ma questo nelle intenzioni della premier britannica Theresa May deve essere lo spirito dei negoziati con Bruxelles. Negoziati sul cui esito Theresa May si dice "ottimista". 

Giacca antracite, collana d'argento e pantaloni verdi, May ha parlato nel palazzo adiacente a Santa Maria Novella fino a poco tempo fa sede della scuola marescialli davanti a una platea selezionatissima e guardata a vista dai pezzi da novanta della sua squadra di governo seduti in prima fila: Boris Johnson, ministro degli Esteri, Philip Hammond, cancelliere dello Scacchiere e David Davis, titolare del delicato dicastero per la Brexit. Tra gli uditori anche il sindaco di Firenze Dario Nardella, il prefetto Alessio Giuffrida, il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, quello della Fondazione Palazzo Strozzi Arturo Galansino, il rettore dell'ateneo fiorentino Luigi Dei e giornalisti accreditati di tutto il mondo. Dietro, sullo sfondo la scritta "Shared history, Shared Challenges, Shared future". Insomma, "condivisione", anche se in che termini ancora resta da capire. 

Intanto May ha lanciato un messaggio agli italiani e agli europei che vivono in Gran Bretagna: "Vogliamo che restiate, siete preziosi per noi e vi ringraziamo per il vostro contributo". Anche qui il come restare è tutto da definire. Resta il fatto che in fondo l'Unione Europea ai britannici è sempre pesata un po'. Il Regno Unito, ha detto la premier conservatrice "non è mai stato pienamente a suo agio" nell'Ue. 

Questo non significa, ha aggiunto Theresa May, che le relazioni tra Gran Bretagna e Europa debbano essere mandate completamente a monte. Piuttosto servirà una "partnership forte" fra "uguali" con il continente. "Non c'è bisogno di imporre nuovi dazi" nelle future relazioni commerciali tra Regno Unito e Ue dopo la Brexit, ha detto. Anche qui la chiave starà in quell'accordo "creativo" che dovrà essere tessuto nei prossimi mesi dopo il discorso fiorentino che, nelle intenzioni del primo ministro, è una piattaforma per costruire "una forte partnership" per il dopo Brexit. Per il momento, ha spiegato ancora May, un accordo di transizione "è nell'interesse" sia dell'Ue sia del Regno Unito dopo l'addio. Nello specifico, nella fase di attuazione della durata di due anni, la Gran Bretagna punta a rimanere nel mercato unico, offrendo in cambio il mantenimento dei suoi impegni finanziari verso Bruxelles.

Il duro e puro della Brexit Boris Johnson ha definito su twitter il discorso pronunciato da Theresa May "ottimista, positivo e dinamico". Ottimismo sprizzato dalla stessa May, già ripartita da Firenze, che si è detta convinta del fatto che il futuro del Regno Unito dopo la Brexit sarà "luminoso". 


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