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Attualità martedì 27 settembre 2016 ore 15:35
La crisi nera che attanaglia le banche
Cgil: "Un piano organico per il rilancio del sistema bancario. No a sole misure tampone, inaccettabile un dibattito solo sui tagli"
FIRENZE — I processi di riorganizzazione degli istituti bancari, la crisi, il calo degli addetti e degli sportelli sotto la lente della Cgil Toscana con il report Banche. Una riorganizzazione quella del settore bancario in Toscana che riguarda grandi gruppi e banche locali che mette a rischio migliaia di posti di lavoro, per il perdurare della crisi economica e per la crisi specifica di alcuni istituti.
Sono oltre 10.000 i dipendenti di banche interessate dalla riorganizzazione, che riguarda, oltre a Monte dei Paschi di Siena e Banca Etruria, anche la Popolare di Vicenza con Cariprato che mette a rischio esubero migliaia i lavoratori soprattutto a Prato, oltre agli 8.000 che già hanno lasciato il lavoro nella nostra Regione nel corso degli ultimi 7 anni. Per il sindacato c'è quindi la necessità di istituire una cabina di regia presso Palazzo Chigi, come quella che è stata fatta in Regione Toscana.
La Cgil Toscana va contro "l'approccio che affronti i problemi dalla coda, partendo dai tagli, dagli esuberi, dai lavoratori che hanno pagato un prezzo già pesante, fatto di contratti di solidarietà e riduzione di salario, senza affrontare il tema di quale modello di banca, in grado di aumentare i ricavi sia necessario soprattutto senza misure forti per il rilancio economico, unica possibilità per rilanciare anche le banche, ricostituendo il necessario
clima di fiducia tra risparmiatori, lavoratori, imprese. Senza questa riflessione le banche nel breve periodo continueranno a macinare crediti deteriorati e le ricapitalizzazioni, al di là della oggettiva difficoltà a concludere operazioni di mercato, che rischiano di essere inefficaci".
E’ per questa ragione che le Organizzazioni Sindacali nazionali hanno chiesto una cabina di regia presso Palazzo Chigi, come fu con il Governo Prodi nel 1998 ed è per questo, per una condivisione di misure, ad esempio per la riqualificazione professionale dei lavoratori, che il 19 Luglio è stato sottoscritto il Protocollo regionale sul credito tra Regione e Sindacato anche in relazione alle innumerevoli situazioni di ristrutturazione delle banche locali.
Secondo i dati della Commissione Europea, Eurostat e Bankitalia il numero degli sportelli in rapporto ai principali paesi europei, sia il numero degli addetti, pone l’Italia in condizione meno squilibrata di quanto si voglia sostenere per convenienza.
I dipendenti sono passati in Italia dai 316.360 del 2011 ai 298.575 del 2015; in Germania con 646.400 siamo a oltre il doppio con solo il 25 per cento di abitanti in più; la Spagna, che pure ha avuto un maggior calo di dipendenti, vanta ancora un rapporto abitanti/ lavoratori bancari del 15% più elevato.
La riduzione degli sportelli ci vede in linea con la Germania (-9% in 5 anni) mentre la Francia ha avuto una riduzione di soli 2 punti percentuali. Il rapporto abitanti sportelli ci colloca in posizione intermedia.
In Toscana il calo degli addetti in 5 anni è stato superiore alla media nazionale con il -12,12% e oggi si attesta su 24.157 unità. Dal 2008, inizio della crisi , il calo è di oltre il 22%.Cosa analoga si può dire per il calo degli sportelli (-11,65%) superiore di oltre 2 punti la media nazionale.
In Toscana continuano a crescere i depositi per il combinato disposto della crisi degli investimenti a risparmio su prodotti alternativi che incoraggiano i le famiglie a privilegiare il conto corrente, sia per la perdurante stagnazione di investimenti delle imprese. Siamo arrivati alla cifra record di 69 miliardi e 298 milioni (+39% rispetto al 2008). Analogamente cresce il numero dei conti correnti mentre rimangono sostanzialmente stabili altri rapporti definiti conti tecnici .
I depositi delle famiglie sono anch’essi in aumento anche se pare di assistere da qualche mese ad un assestamento superiore i 57 miliardi.
Sempre piatti gli impieghi, ancora 16 punti percentuali in meno rispetto al 2011 con industria e servizi altalenanti, e le costruzioni in caduta libera oltre il 41% sotto il dato di 5 anni fa. Sofferenze ancora poco sotto i 16 miliardi in attesa di misurare gli effetti delle misure attuate.
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