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Attualità martedì 17 aprile 2018 ore 14:00

L'emergenza casa non si arresta

Servizio di Rene' Pierotti

Crollo dell’edilizia pubblica, dodicimila sfratti, duemila alloggi pubblici sfitti: è emergenza casa. L'allarme di Cgil-Cisl-Uil e sindacati inquilini



FIRENZE — Ancora una volta i sindacati Cgil, Cisl, Uil e i sindacati degli inquilini Sunia, Sicet, Uniat, Unione Inquilini, si ritrovano insieme per esprimere forti riserve riguardo la proposta di legge regionale sulla quale il consiglio regionale della Toscana si dovrà pronunciare nelle prossime settimane, che ridisegna le modalità di assegnazione di una casa popolare, definisce i canoni di affitto, le regole per la convivenza, permanenza nel sistema dell’edilizia pubblica e le modalità di gestione della stessa. 

Per questo i sindacati hanno presentato  42 emendamenti di modifica sostanziale alla proposta regionale, che illustreranno nei prossimi giorni ai gruppi politici che compongono il consiglio regionale e alle commissioni competenti.

Attualmente, in Toscana sono presenti 5.916 fabbricati che contengono poco più di 49.700 alloggi di case popolari, abitate complessivamente da oltre 115.000 persone. Solo 256 sono gli alloggi occupati abusivamente e oltre 2000 rimangono ancora quelli sfitti, non assegnati in tempi celeri perché in corso di ristrutturazione (circa 300), o per la cronica mancanza di risorse necessarie alla ristrutturazione stessa.

Sono oltre 26.000 le famiglie che hanno presentato presso i rispettivi Comuni di residenza domanda per l’assegnazione di una casa popolare, ma solo il 4% di questi si vedrà effettivamente assegnato un alloggio. 

Da una media di mille fabbricati di edilizia pubblica costruiti in Toscana nel decennio 1990-2000 si e passati ai soli 157 dell’ultimo decennio. 

Intanto, secondo gli ultimi dati disponibili, gli sfratti non accennano a diminuire con 12.109 richieste di sfratto, con 4.613 convalide di esecuzione da parte dei Tribunali e con 3.421 provvedimenti di sgombero forzato eseguiti con la forza pubblica. Uno sfratto ogni 479 famiglie, contro uno ogni 732 del livello nazionale.

Per i sindacati le risposte che la Regione si appresta a dare con la revisione della legge "appaiono ancora una volta insufficienti a dare soddisfazione al crescente numero di famiglie toscane colpite da precarietà lavorativa". 

Anche questa volta la proposta di legge non prevede alcuna forma di finanziamento regionale costante del settore, ma si affida alle esigue e intermittenti risorse del governo nazionale di turno. A preoccupare i sindacati anche una parte della legge che, se approvata, costringerà le famiglie che hanno redditi da lavoro e da pensione “normali”, ad uscire dal sistema delle case popolari. 

Per i sindacati la proposta di legge regionale sottovaluta anche il tema della coesione sociale, integrazione e rispetto delle regole di convivenza nelle case popolari. A tal proposito, i sindacati prevedono l’obbligo per tutti i componenti maggiorenni dei nuclei familiari a cui verranno assegnati alloggi popolari di impegni a sottoscrivere un codice etico di comportamento per la corretta convivenza.


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