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Cronaca venerdì 24 febbraio 2017 ore 17:30

"La Toscana non è fra le cattive della classe"

Nel 2016 la Corte dei Conti ha emesso in Toscana condanne per quasi nove milioni di euro. Denunce in calo. Tutti i casi più spinosi



FIRENZE — La Toscana non è fra le regioni italiane "cattive" e a dirlo sono i giudici della Corte dei Conti  in occasione dell'apertura del nuovo anno giudiziario. Nel 2016 la Corte ha definito 207 giudizi, elevando condanne per 8 milioni e 859mila euro, per lo più per casi di responsabilità amministrativa.  

"La Toscana è una regione buona - ha commentato il procuratore generale Andrea Lupi - Ci sono situazioni di inefficienza ma dovute, soprattutto, a singoli episodi. Insomma non è una delle regioni peggiori". 

Nel 2016 il 14 per cento dei fascicoli aperti hanno riguardato lesioni da attività sanitaria ma il maggior numero dei fascicoli (il 17 per cento del totale) ha riguardato casi di debito fuori bilancio accumulati da pubbliche amministrazioni o enti locali.  Il 7 per cento delle pratiche ha invece riguardato reati commessi da pubblici dipendenti, il 12 per cento incidenti, il 4 per cento danni al patrimonio.

Nel 2016 le denunce sono diminuite a 1.383 contro le 1484 del 2015 e le 1655 del 2014.  Almeno un terzo sono state presentate dallo Stato, il 20 per cento da enti locali, il 17 da enti pubblici. 

Il presidente della Corte Amedeo Federici ha ricordato che, sempre nel 2016, le novità più importanti sono state il codice di giustizia contabile e l'introduzione del rito abbreviato, con la possibilità di patteggiare sia in primo grado che in appello.

Fra i casi citati dal procuratore Lupi, un danno erariale da sette milioni di euro commesso da un direttore dell'Agenzia delle Entrate, un maresciallo della Finanza che ha chiesto regali e favori per vent'anni a cittadini e aziende del territorio in cui prestava servizio, indebite erogazioni di compensi a dirigenti pubblici e consulenti. 

A una società privata la Corte dei Conti ha contestato un danno pari a 110mila euro per indebita percezione della Cassa integrazione in deroga mente stava continuando a far lavorare i propri operai.

Danno erariale da 910mila euro contestato per i vertici dell'Autorità portuale di Livorno per l'inutile noleggio di un pontone galleggiante destinato a una banchina dove invece non poteva essere impiegato per problemi tecnici e poi dirottato su un altro dove è rimasto inutilizzato. 

Condanna anche per un'amministrazione provinciale che ha affidato a una società esterna il servizio di comunicazione istituzionale creando così una struttura doppia rispetto a quella già esistente in Comune.  

I giudici hanno chiesto 76mila euro anche agli aministtatori e ai sindaci di una società partecipata per aver percepito emolumenti anche se l'attività dell'ente non è mai iniztata. 

Un Comune isolano è stato invece condannato per gli interessi passivi pagati su un mutuo contratto per finanziare la costruzione di una infrastruttura che non era invece realizzabile nel luogo prescelto.

Alcuni amministratori e dirigenti della Camera di Commercio e dell'Agenzia energetica di Massa hanno provocato un danno eraruale da 180mila euro per la realizzazione di un impianto fotovoltaico pagata una somma ingiustificata.

Il dirigente di un Comune dell'isola d'elba dovrà infine restituire 940mila euro per aver disposto il pagamento alla società che eseguiva gli accertamenti tributari ralativi all'Ici di un aggio corrispondente al 90,06 per cento delle entrate accertate mentre un disciplinare fissa la percentuale massima al 37,5 per cento.


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