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Attualità venerdì 06 maggio 2016 ore 19:46
Matteo Renzi, l'Africa e la maternità
Il presidente del Consiglio ha chiuso The State of The Union parlando di sfide culturali. E ha brontolato su piazza Signoria semideserta: "Apritela!"
FIRENZE — Il premier italiano è arrivato nel tardo pomeriggio, puntuale, ed è stato accolto sull'Arengario di Palazzo Vecchio dal sindaco Dario Nardella al quale ha rivolto subito un rimbrotto: "Che ci fa questa piazza vuota così? Apritela". E poi, rivolto ai fotografi: "Vi ho fregato, sono entrato da dove entravo sempre".
Poi Renzi è salito nel Salone dei Cinquecento, intervenendo dal palco sui temi più caldi dell'Unione.
"La battaglia sull'immigrazione è ancora tutta da giocare - ha detto il presidente del Consiglio - Se noi diciamo di aiutarli a casa loro non possiamo poi tagliare sulla cooperazione internazionale. Bisogna scommettere e puntare sull'Africa non solo perchè è etico ma perchè è utile".
"Da quando sono a Roma i momenti più difficili sono stati quelli legati all'immigrazione - ha aggiunto - Esattamente un anno fa noi eravamo da soli a dover affrontare questo problema e il punto di riferimento del primo ministro di Malta è stato tutt'altro che banale. Sui migranti l'Europa ci mette una pezza non una strategia di lungo periodo. Con il migration compact noi proponiamo una soluzione a breve ma anche una lettura di lungo periodo".
Nel corso dell'intervento Renzi ha dichiarato che la sfida culturale dell'Europea è la maternità, il concetto di famiglia. "L'Italia è il paese dove si fanno meno figli, serve una scommessa globale sulla maternità".
Il premier ha citato anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. "Dopo la stagione gloriosa dei padri fondatori dell'Europa, ora tocca a noi figli non vivere di rendita - ha sottolineato Renzi - E il miglior discorso sull'Europa degli ultimi anni lo ha fatto un non europeo, il presidente Obama, che ci ha ricordato chi siamo come se avesse tirato fuori la nostra carta di identità che avevamo smarrito".
Nel pomeriggio era intervenuta sul palco di The State of the Union anche il ministro dell'istruzione Stefania Giannini che ha parlato della condizione femminile, tema di quest'anno della kermesse, ma anche del concorsone tanto contestato. "Per revocare il concorso come chiedono i sindacati - ha detto Giannini - dovrebbe cambiare la Costituzione che, in Italia, prevede che per diventare insegnanti così come per entrare in qualsiasi comparto pubblico è necessaria una selezione nazionale che si chiama concorso".
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