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Attualità martedì 21 novembre 2023 ore 18:13
Occupazione femminile, Toscana sopra la media nazionale
Il tasso regionale di donne che lavorano è del 62,1% a fronte di quello italiano del 52,6%. Ma il divario di genere con gli uomini è ancora del 12%
FIRENZE — Toscana sopra la media per occupazione femminile, con un tasso del 62,1% che nel 2022 ha superato non certo di spanna quello italiano del 52,6%. Persiste tuttavia il divario di genere, con uno scarto del 12% fra tasso di occupazione delle donne e degli uomini.
Il punto della situazione tracciato dall'Irpet è stato messo a fuoco oggi nell'ambito delle iniziative legate alla manifestazione della Regione "La Toscana delle Donne", che aveva in agenda un appuntamento della mattina a Palazzo Strozzi Sacrati con “Donne, certificazione al femminile” moderato dal giornalista Luca Telese e nel pomeriggio alla Baker Hughes di Firenze.
La partecipazione delle donne toscane al mercato del lavoro è più elevata di quella media nazionale ma ancora distante dal dato Ue (69,3%). La Toscana si affianca, da questo punto di vista, alle regioni del Centro-Nord con tassi di attività e di occupazione più alti, anche se non ancora equiparabili a quelli maschili.
Sempre in Toscana, il differenziale tra tasso di occupazione maschile e femminile (12%) e continuano a persistere i maggiori differenziali tipici del divario di genere: soprattutto guardando ai settori di attività, alle retribuzioni, al tipo di contratto, alle carriere. Le donne lavoratrici presentano carriere più intermittenti, quote più elevate di contratti part-time e sono concentrate nei settori e nelle professioni con più basse retribuzioni medie.
Tali divari persistono nonostante le donne, in particolare le più giovani, abbiano livelli d’istruzione mediamente più elevati dei loro coetanei uomini.
I piani d'intervento per superare i divari
Il programma Fse+ 2021-2027 ha destinato 36 milioni di euro per interventi specificamente dedicati alle donne, articolati in varie linee: per incentivare azioni innovative a sostegno del welfare aziendale (15 milioni), percorsi di sostegno all’occupazione femminile (11 milioni), azioni di mainstreaming (9,3 milioni) e di mentoring (700mila euro).
Se l’Fse costituisce la principale leva finanziaria e programmatica, la Toscana può contare anche su altri strumenti a favore delle donne: dal Piano di sviluppo rurale al Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) per arrivare al Programma Italia Francia Marittimo. In questi programmi, pur non essendo previste misure o bandi specifici, è forte l’attenzione posta alla specificità e al ruolo delle donne.
"La Toscana promuove una cultura di parità e rispetto e per destrutturare gli stereotipi di genere - rammenta una nota - obiettivo inserito anche nelle linee guida dei Pez, i Progetti educativi zonali finanziati da Regione Toscana, che è azione centrale nelle misure previste con il rifinanziamento della legge 16/2009 Cittadinanza di genere".
La spinta dell'Ue
“Anche grazie al forte input venuto dall’Unione Europea - ha sottolineato nel suo intervento Cristina Manetti, capo di gabinetto della Regione e ideatrice della Toscana delle Donne - la certificazione di genere sta facendo passi avanti. Il percorso è avviato e mette le donne nelle condizioni di avere il giusto ruolo all’interno delle aziende, consentendo loro di conciliare la vita privata con quella lavorativa, di redistribuire il carico di cura verso i figli, gli anziani, i fragili".
Obiettivo: "Liberare le donne per permettere loro di fare scelte diverse e svolgere ruoli apicali. La certificazione apre a questo che è già realtà in alcune aziende, ma che è ancora all’inizio per tante altre. La Baker Hughes ne è un esempio, ma non è la sola. La donna è una risorsa che può cambiare e migliorare il bilancio di un’azienda”.
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