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Attualità lunedì 16 novembre 2015 ore 16:20
Riforma della sanità, la giunta dice sì
Approvata la legge di riassetto dei servizi sanitari proposta dall'assessore Saccardi. La parola ora passa al Consiglio regionale per l'ok definitivo
FIRENZE — La proposta approvata dalla giunta comprende modifiche alla legge regionale n.40/2005 (Disciplina del servizio sanitario regionale) e alla legge regionale 28/2015 (Disposizioni urgenti per il riordino dell'assetto istituzionale e organizzativo del servizio sanitario regionale). L'obiettivo del governatore Rossi, dell'assessore alla salute Saccardi e del Pd è quello approvarla entro la metà di dicembre affinchè vada in pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale entro la fine del 2015. Rendendo di fatto superata la legge 28/2015 e quindi sbarrando la strada, salvo ricorsi, al referendum abrogativo di quest'ultima, richiesto da comitati e forze politiche di opposizione e sottoscritto da oltre 50mila cittadini.
"Il testo finale della riforma è il risultato di un intenso lavoro svolto nell'arco dell'ultimo mese attraverso incontri con sindacati, associazioni, società scientifiche, operatori - spiega una nota della giunta regionale - Sono stati recepiti anche i contributi inviati direttamente dagli operatori sulle pagine web dell'assessore Saccardi nello specialeSanitàditutti e quelli emersi nel corso della giornata di partecipazione che si è svolta il 7 novembre allo Spazio Reale di San Donnino".
"Ringrazio quanti hanno contribuito alla stesura di questa proposta di legge - ha commentato l'assessore regionale alla salute Stefania Saccardi - Abbiamo voluto che il confronto fosse il più ampio possibile, per condividere con i cittadini, gli operatori e gli amministratori locali il processo di riorganizzazione del sistema socio-sanitario in atto in Toscana. Voglio sottolineare che abbiamo rispettato i tempi previsti dalla legge 28. Quando, dal primo gennaio, i direttori generali entreranno in carica, avremo già una cornice legislativa nella quale far rientrare la nuova organizzazione".
Questi gli elementi fondanti della riforma dei servizi sanitari in Toscana:
1. Un numero ridotto di Aziende unità sanitarie locali, che passano da 12 a 3, realizzando economie di scala su diversi processi.
2. Una declinazione avanzata dell'Area Vasta,
pensata per rappresentare il luogo di concertazione strategica tra le Aziende ospedaliero-universitarie e l' Azienda sanitaria territoriale.
Per la sua composizione e i meccanismi di governo individuati, questa
rappresenta il luogo adeguato per l'elaborazione da parte del direttore
della programmazione di area vasta di policy in rapporto dialettico con
la Regione, nonché ambito istituzionalmente forte per la capacità di
sintesi e coordinamento tra le due aziende, che hanno missioni diverse e
concorrono alla costruzione dell'offerta complessiva. I dipartimenti
interaziendali di area vasta rappresentano lo strumento di supporto alla
programmazione di area vasta attraverso l'individuazione delle
modalità con cui assicurare nei vari punti della rete ospedaliera i
volumi necessari a garantire, per le singole patologie, i più alti
livelli di efficacia e sicurezza del
trattamento.
3. Il ridisegno delle reti aziendali territoriali,
destinate a garantire l'erogazione dell'assistenza primaria in forma
capillarmente diffusa su tutto il territorio. Il livello di zona
distretto, adeguatamente revisionato in termini di estensione, rimarrà
l'ambito ottimale di lettura dei bisogni e di identificazione delle
priorità di salute, poggiando per questo non solo su solidi meccanismi
di raccordo istituzionale, ma anche sull'organizzazione di un sistema di
cure primarie orientato alla comunità e capace allo stesso tempo di
assicurare la necessaria integrazione col livello specialistico
attraverso la logica delle reti cliniche e sociosanitarie territoriali.
La strutturazione delle nuove reti territoriali, connesse con le reti ospedaliere, comporta:
- il potenziamento del ruolo delle Zone Distretto come
articolazione operativa fondamentale della rete territoriale per
assicurare il coordinamento formalizzato degli interventi, specie per
quanto attiene ai processi di integrazione socio-sanitaria, in modo da
consentire a tutte le componenti di svolgere il proprio specifico ruolo
nella presa in carico dei pazienti, e garantendo i livelli richiesti di
qualità degli interventi;
- la realizzazione di reti cliniche e sociosanitarie integrate,
strutturate per assicurare una risposta esaustiva a livello locale, con
il coinvolgimento di tutti i potenziali erogatori (pubblici, privati e
terzo settore) per superare la frammentarietà delle risposte,
razionalizzare il sistema dell'offerta, ottimizzare e valorizzare le
competenze e affermare le migliori pratiche, assicurando la continuità
tra il livello primario e secondario dell'assistenza mediante
l'integrazione dei professionisti coinvolti nei singoli percorsi clinico
assistenziali;
- il coinvolgimento e il costante confronto con le autonomie locali al
fine di assicurare, anche attraverso una corretta pianificazione, la
massima condivisione sugli obiettivi, sulle strategie perseguite e sulla
valutazione dei risultati raggiunti.
4. La realizzazione di una rete ospedaliera complessiva fortemente connessa con la rete territoriale,
che riesca a dare risposte efficaci in tempo reale a tutti i cittadini,
offrendo un servizio di qualità, assicurando l'innovazione tecnologica
che crea un vero valore aggiunto per gli utenti, riducendo gli attuali
costi di gestione grazie all'assenza di ridondanze operative, alla
definizione di percorsi chiari sia per i professionisti
che per i pazienti, all'individuazione e definizione della
missione di ogni nodo della rete e alla affermazione di nuove modalità di
collaborazione ed interazione fra i professionisti. Le soluzioni
organizzative devono facilitare l'affermazione piena e formalizzata
dell'interdisciplinarietà e dell'interprofessionalità, oltre ad una
forte integrazione con la medicina del territorio attraverso percorsi integrati.
5. La previsione di ulteriori organismi di governo clinico a
supporto dell'attività della Giunta regionale, quali il Centro
regionale per le criticità relazionali, il Centro regionale per la
verifica esterna di qualità dei Laboratori, il Centro di coordinamento
regionale per la salute e medicina di genere.
6. Un significativo snellimento nella composizione del Consiglio Sanitario regionale e della Commissione regionale di bioetica.
"La piena attuazione del modello - si legge ancora nella nota della giunta regionale - richiede necessariamente un periodo di transizione durante il quale sarà possibile affinare gli specifici strumenti di governo e gestionali e arricchire, passo dopo passo, il processo di pianificazione e di programmazione che rappresenta l'elemento cardine della riforma; coinvolgere i cittadini nel loro molteplice ruolo di pazienti, consumatori con aspettative crescenti e co-produttori di salute (in quanto attuatori di corretti comportamenti e stili di vita), al fine di costruire, insieme agli operatori e agli Enti locali, comunità competenti, traduttrici dei propri bisogni di salute e benessere".
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