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Attualità martedì 15 marzo 2022 ore 18:40

Guerra e rincari, nuovo assalto ai supermercati

Foto di archivio - Spesa al supermercato

Scaffali vuoti per la corsa alle scorte di farina e pasta ma anche di altri beni che rischiano aumenti dovuti ai rincari di energia e carburante



FIRENZE — Le famiglie italiane sono tornate a fare scorte di beni primari ad iniziare dalla farina e dai supermercati rimbalzano immagini che ricordano le prime settimane di lockdown per l'emergenza Covid.  

Le grandi catene di distribuzione non hanno ancora segnalato rischi di approvvigionamento, qualcuno si è però mosso per imporre un quantitativo massimo di prodotti acquistabili per singolo cliente.

Si è parlato di "psicosi" e di "emulazione". Non mancano le fake news con immagini che risalgono al 2020 o 2021 ma soprattutto nel fine settimana il fenomeno è stato registrato in varie città italiane e nelle ultime ore anche chi ha ordinato la spesa a casa si è visto stornare farina e zucchero perché assenti dagli scaffali.

Rispetto alla pandemia stavolta il quadro è più complesso, oltre alle immagini del "pane fatto in casa" che hanno invaso i social si pone il problema della bolletta perché per alimentare i forni servono luce e gas

La vera incognita è quanto potranno resistere i produttori ed i trasportatori che dovranno limitare i rincari energetici aumentando il prezzo dei beni e servizi.

Le associazioni dei consumatori, ad iniziare da Aduc, sono intervenute in queste ore per evidenziare alcuni paradossi "Qualcuno crede che in Italia avremo un crisi della pasta, dell’olio o della farina? Questi prodotti hanno già aumenti dei costi oggettivi e soggettivi perché tra materie prime e filiera dal produttore al consumatore, il classico aumento di 2 arriva a divenire 4 per l’acquirente finale e soggettivi perché in un qualunque libero mercato i profittatori ci sono sempre, inclusi quelli, per esempio, che dicono di aumentare il pacco di pasta prodotto da grano 100% italiano perché aumenta il grano in provenienza da Ucraina e Russia. Sperando che governo e legislatore non impazziscano calmierando i prezzi di alcuni prodotti". 

Come dicevamo non è solo la materia prima a preoccupare, bensì i rincari energetici per alimentare le fabbriche e quelli del carburante per trasportare i beni in tutta Italia.

"L’effetto della corsa dei prezzi di energia, gas e carburanti, esasperata dalla crisi Ucraina, rischia di portare già nel 2022 il tasso di inflazione all’8%: un livello che in Italia non si vedeva dagli anni ‘80 e che solo in Toscana potrebbe costare quest’anno 2,1 miliardi di euro in minori consumi e una riduzione di 2,8 miliardi dell’aumento previsto del prodotto interno lordo" a lanciare l’allarme è Confesercenti Toscana.

La Confederazione guidata da Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana gha stimato che nel primo trimestre del 2022, i costi di energia elettrica e gas per famiglie e piccole imprese sono in crescita rispettivamente del 78% e del 71,5%. Un aumento che in termini reali corrisponde ad una spesa aggiuntiva di oltre 800 euro all’anno per le utenze domestiche. Un’utenza domestica che consuma 1.400 m3 di gas e 2.700 kWh di energia elettrica nel 2022 rischia di veder lievitare il conto delle due forniture rispettivamente di 458 e 307 euro. 

E per le imprese, gli aumenti sono ancora più forti: un negozio di commercio alimentare di ortofrutta pagherà nel 2022 4.371 euro, 1.754 in più del 2021; un parrucchiere 8.108, per una maggiorazione di 3.307 euro sull’anno precedente; un bar 12.295 euro, 5.648 euro in più rispetto al 2021 e un ristorante 26.160 euro, con una spesa aggiuntiva vicina ai 12mila euro in più.


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