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Attualità mercoledì 29 marzo 2017 ore 15:50

Quasi duemila firme per salvare la Ginori

Le rsu e il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi hanno consegnato al governatore Enrico Rossi la petizione per stringere i tempi sull'acquisto dell'azienda



FIRENZE — Fabbrica e museo, un binomio indissolubile. E' il pacchetto che i sindacati e le rsu dello stabilimento Richard Ginori di Sesto Fiorentino hanno presentato al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi in palazzo Strozzi Sacrati attraverso la petizione che chiede di dare una soluzione rapida alla vertenza della vendita dell'area in cui si trova lo stabilimento. Sono 1.733 le firme consegnate in Regione, anche se il loro numero continua ad aumentare di ora in ora. 

La sorte della fabbrica sestese, infatti, è una questione molto sentita da tutta la comunità tanto che, ha detto Bernardo Marasco della Filctem Cgil, "alla petizione hanno aderito tutte le categorie economiche, le associazioni sestesi, i consiglieri comunali e una decina di parlamentari". 

L'ultimo incontro sulla vertenza Ginori, promosso dalla Regione, si è svolto lo scorso 24 marzo alla presenza del consigliere del presidente Rossi per il lavoro Gianfranco Simoncini, del sindaco Lorenzo Falchi, dei commissari liquidatori di Ginori Real Estate, l'amministratore delegato della Richard Ginori, oltre ai rappresentanti delle tre banche creditrici. Il tutto per tentare di costruire una nuova ipotesi di accordo dopo il fallimento della precedente intesa con le banche. L'obiettivo emerso nel corso della riunione, è che si raggiunga quanto prima un accordo per consentire all'azienda di attuare il piano industriale e gli investimenti, dando così certezze ai lavoratori e al territorio.

"Le istituzioni - ha spiegato il sindaco Falchi - non sono neutrali: noi dobbiamo tutelare la permanenza di Richard Ginori sul territorio e siamo con i lavoratori". 

"Siamo in una fase che ci induce a guardare con un certo ottimismo al futuro dello stabilimento Richard Ginori e anche alla riapertura del vicino Museo: due questioni indissolubilmente legate e che vanno tenute insieme, così come giustamente fanno i lavoratori che hanno sottoscritto questa petizione e che ringrazio per aver scelto la Regione per consegnarla. Ci impegneremo per fare in modo che la vicenda si concluda positivamente", ha detto Rossi. 

"Vogliamo che la finanza e i suoi assurdi meccanismi – ha poi proseguito il presidente – non provochino una delocalizzazione della produzione. Vogliamo che sia chiuso il confronto economico tra la Dobank, la Bnl, la Popolare di Vicenza e i curatori di Ginori Real Estate e Ginori 1735. Insieme al Comune la Regione farà tutto ciò che serve per favorire questa soluzione a cui dobbiamo arrivare ad ogni costo".

C'è poi la questione del museo di Doccia, indissolubilmente legato allo stabilimento, su cui i lavoratori chiedono una soluzione esattamente come per l'attività produttiva. Una buona notizia, ricordata dallo stesso Rossi, è arrivata dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini che si è detto pronto all'acquisto della struttura da parte dello stato. "Una gestione pubblico-privata sarebbe la soluzione ottimale", ha detto il presidente Rossi. 

In ogni caso la vertenza Ginori e l'appello dei lavoratori e della comunità sestese saranno portati da Rossi all'attenzione del ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda a cui sarà chiesto l'impegno "perchè la rendita e la finanza non possono mangiare il lavoro di tante persone".


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Servizio di Dario Pagli
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