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Attualità venerdì 18 dicembre 2015 ore 11:56

"Uscite e aiutateli" come fece Gina

Silvestri era una partigiana valdese. E' stata nominata Giusta tra le nazioni. La medaglia consegnata dal professor Della Pergola, al tempo bambino



FIRENZE — Gina Silvestri partecipò al salvataggio di diverse famiglie dalla persecuzione nazista. Ieri è stata nominata Giusta tra le nazioni. A raccontare il gesto della donna nei confronti della sua famiglia è stato il professor Sergio Della Pergola che a quel tempo era un bambino: “In molti hanno preferito rimuovere e dimenticare. Non parlarne. Tanti non sanno nemmeno come sono andate le cose. Il nostro dovere però, quello di chi ha avuto la vita in regalo, è un dovere di riconoscenza nei confronti di chi, mettendo in pericolo la propria esistenza e compiendo un gesto di grande altruismo, ci ha salvato la vita durante le persecuzioni naziste. Come Gina Silvestri, partigiana valdese fiorentina".

Alla Sinagoga di Firenze Della Pergola, sopravvissuto insieme ai genitori, ha consegnato a uno dei nipoti di Gina, Federico Sabatini, oggi ottantaseienne, la medaglia dello Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell'olocausto fondato nel 1953.

"All'epoca – ha detto all'Ansa - avevo un anno, i miei genitori (il noto giornalista sportivo Massimo Della Pergola e sua moglie Adelina, ndr) circa una trentina. Nell'agosto del 1943, da Trieste i miei cercarono rifugio a Firenze. La gran parte della mia famiglia, sia paterna che materna, era già internata ad Auschwitz".

Della Pergola ha ricordato che durante quei drammatici momenti a organizzare la rete di salvataggio di numerose famiglie ebree, c'erano il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l'arcivescovo, il cardinale Elia Angelo Dalla Costa, insieme a numerosi prelati e civili, come il campione di ciclismo Gino Bartali.

"Molti cattolici – ha aggiunto Della Pergola - scelsero di seguire le parole sensazionali dell'arcivescovo di Firenze: 'Uscite e aiutateli'. Una posizione aperta e inequivocabile mai presa dall'allora pontefice Pio XII. Gina portava cibo e faceva da collegamento con gli Alleati in operazioni di intelligence, per aiutare molti a espatriare clandestinamente in Svizzera".

Il racconto di Della Pergola è sceso poi nel personale: “Era il dicembre del'43. Da Firenze arrivammo a Milano, poi a Arona sul Lago Maggiore che attraversammo in vaporetto, per raggiungere la sponda più settentrionale. Gina era lì, insieme ai contrabbandieri, per aiutarci a oltrepassare il confine con il Ticino. La notte di Natale del 1943, insieme a mia nonna, riuscimmo a scappare. Fino allo sbarco in Normandia, nel giugno del 1944, mio padre venne internato in un campo di lavoro, mia madre in un centro per donne". Solo nel giugno del 1945 la famiglia La Pergola, riunita, rientrerà in Italia. "A oggi la Commissione dello Yad Vashem ha riconosciuto 25 mila Giusti in tutto il mondo. L'Italia conta un numero discreto".


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