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Arte venerdì 04 luglio 2014 ore 11:10

Le fantastiche Prospettive Vegetali di Penone

Servizio di Elena Guidieri

Dopo il giardino di Boboli anche Forte Belvedere accoglie le sculture dell'artista, creando un percorso espositivo unificato fra parco e bastioni



FIRENZE — ''Prospettiva vegetale'' è un progetto inedito ideato da Sergio Risaliti che poi lo ha curato insieme ad Arabella Natalini.
Le sculture-installazioni di Giuseppe Penone sono dislocate tra gli imponenti bastioni esterni della fortezza fiorentina e il giardino di Boboli. 

"Dopo il successo della mostra di Zhang Huan,  una nuova e suggestiva esposizione di un artista di fama internazionale ci consente di riaprire il Forte di Belvedere e di restituirlo alla città - ha commentato il Sindaco di Firenze Dario Nardella - Firenze è lieta di dare il bentornato a Giuseppe Penone che riesce a far dialogare l'arte con la natura facendoci cogliere, in una continua interazione, l'anima intima e materica delle sue sculture”.

Per la prima volta la Fortezza e il giardino sono collegati tra loro in un percorso artistico senza precedenti. Le opere dell'artista torinese creeno una nuova prospettiva volta ad alimentare il dialogo tra scultura, architettura e paesaggio, nonchè fra presente, passato e futuro. Il pubblico potrà muoversi tra i diversi spazi alla scoperta di Firenze e del suo panorama, seguendo il ritmo e la direzione delle opere di Penone.

 “Con i responsabili del Giardino, il direttore Matteo Ceriana e l’architetto Mauro Linari – commenta la Soprintendente Cristina Acidini – sono molto lieta di questa iniziativa che accomuna Boboli e il Forte di Belvedere, nel segno di un grande artista, autore di opere in cui il trattamento sapiente delle materie fa vibrare lo spirito della natura”.

Fin dalle sue prime esperienze giovanili,  Giuseppe Penone ha nutrito un interesse profondo per il rapporto tra natura e cultura. Un rapporto delicato e possente, espresso attraverso l’uso di molteplici materiali, da quelli “eversivi” e banali sdoganati dai protagonisti dell’arte povera, all’impiego delle materie classiche della tradizione scultorea: legno, bronzo, marmo. 

Il loro utilizzo lo ha accompagnato negli anni nei celebri Alberi in legno che l'intervento di Perone ha riportato alla luce liberandoli dalle travi già trasformate dall'azione dell'uomo; negli alberi in bronzo che innestano nella tradizione antica le forme arboree; nei blocchi di marmo delle Anatomie, dove emergono venature minerali o antropomorfiche; nei isegni dove l'artefice imprime una traccia del proprio corpo che si espande, attraverso il tratto a grafite, riprendendo l’andamento della crescita dei fusti.

Penone ha sviluppato il suo linguaggio a contatto con la natura, o meglio, dentro alla natura stessa, cimentandosi  con interventi in grandi spazi all’aperto, senza mai incrinarne l'equilibrio ma riportandovi lo sguardo contemporaneo e la linfa vitale che lo contraddistinguono.

Penone ha esposto in alcune delle sedi museali più prestigiose del mondo, tra cui il Guggenheim di New York, il Centre Pompidou di Parigi e lo Stedelijk Museum di Amsterdam.


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