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Attualità martedì 16 dicembre 2025 ore 15:24

Infarto, Asl toscana ai vertici nel trattamento

La provincia di Grosseto seconda in Italia per sopravvivenza a 30 giorni. A certificarlo i dati del Programma Nazionale Esiti 2025



GROSSETO — Asl Toscana sud est ai vertici in Italia nel trattamento dell’infarto miocardico acuto. A certificarlo sono i dati del Programma Nazionale Esiti 2025, recentemente pubblicati. 

Nelle province di riferimento dell'azienda sanitaria, ovvero Arezzo, Grosseto e Siena -quest’ultima gestita in coordinamento con l’Aou senese - la mortalità a 30 giorni dall'evento risulta del 3,7%, un valore inferiore sia alla media nazionale (6,8%) sia alla media toscana (4,3%). In questo contesto spiccano in particolare i dati registrati in provincia di Grosseto, che con il 2,7% si piazza al secondo posto nella classifica nazionale, e in quella di Arezzo (3,9% e ottavo posto nella classifica nazionale). Proprio gli ospedali delle due città, nel corso dell'anno, hanno ricoverato ciascuno il maggior numero di infarti Stemi -la variante più grave e più tempo-dipendente - tra tutti i presìdi ospedalieri della Toscana.

Soddisfazione è stata espressa dall'azienda sanitaria che, per mezzo di una nota, sottolinea come il risultato ottenuto rifletta "La performance dell’intera rete aziendale e che è quindi il frutto di un lavoro multidisciplinare e multiprofessionale, non riconducibile a un singolo presidio o a un singolo reparto".

Un percorso che parte dalla formazione e dalla presenza di defibrillatori automatici sul territorio, coinvolge il 118, e prosegue lungo tutta la rete ospedaliera, fino alla gestione specialistica nelle strutture operanti in integrazione.

"L’eccellenza delle cure – spiega il direttore della Cardiologia di Grosseto, Ugo Limbruno – è assicurata indipendentemente dallo snodo della rete al quale il paziente accede in emergenza. Un dato ancora più rilevante se si considera la dispersione geografica della popolazione delle province gestite dall’Asl Toscana Sudest e i tempi di trasporto inevitabilmente più lunghi, che possono rappresentare una criticità in una patologia tipicamente tempo-dipendente".

"Per il trattamento dell’infarto – prosegue Limbruno – serve un grande gioco di squadra, che parte dal coordinamento e dall’integrazione fra diverse professionalità (medici, infermieri e tecnici sanitari di radiologia medica), differenti discipline sanitarie (emergenza-urgenza, pronto soccorso, cardiologia intensiva, cardiologia interventistica, anestesia e rianimazione) e i diversi snodi della rete (presìdi ospedalieri di primo, secondo e terzo livello)".

"Il posizionamento della provincia di Arezzo tra le prime in Italia nella classifica Agenas del Programma Nazionale Esiti 2025 – evidenzia Alessandra Sabini, direttrice della Uoc di Cardiologia di Arezzo, Bibbiena e Sansepolcro – è il risultato di un’organizzazione clinica solida e del lavoro quotidiano della rete per l'infarto miocardico acuto, attiva nella provincia di Arezzo fin dal 2010. Grazie alla integrazione stabile e concreta tra territorio, 118 e ospedale, con professionisti che operano come un’unica squadra lungo tutto il percorso dell’emergenza, siamo in grado di garantire la continuità delle cure, dalla diagnosi precoce, al trattamento interventistico in sala di Emodinamica, alla presa in carico nei diversi reparti ospedalieri nella fase post-acuta".


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