Cronaca venerdì 31 maggio 2024 ore 18:50
Pestati, feriti, scaricati davanti all'ospedale
Le indagini che hanno preso il via dopo la brutale aggressione hanno portato all'arresto di tre uomini e una donna fra la Versilia e l'Umbria
GROSSETO — Le fratture dopo un violento pestaggio, le ferite d'arma da taglio e poi i due in quelle condizioni scaricati davanti all'ospedale da un'auto che si era data alla fuga: era successo due mesi fa a Grosseto, e ieri per quei fatti tre uomini e una donna sono stati arrestati tra la Versilia e l'Umbria. Sono accusati a vario titolo di rapina aggravata, lesioni personali, estorsione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Per tutti e quattro il provvedimento prevede la custodia cautelare in carcere.
L'operazione arriva al termine delle indagini condotte dai carabinieri del capoluogo maremmano che all'alba di ieri si sono portati in provincia di Perugia. Qui hanno rintracciato, insieme ai militari del comando locale, tre degli indagati. L'altro, invece, è stato raggiunto a Viareggio.
L'aggressione aveva visto vittime due stranieri, accerchiati e brutalmente pestati e feriti. Un'auto, che poi sarebbe emerso essere guidata dalla donna arrestata, li aveva scaricati davanti al pronto soccorso dell'ospedale Misericordia di Grosseto.
Le dichiarazioni dei feriti apparivano lacunose, ma malgrado ciò le indagini avevano portato a ricostruire come un uomo e la donna raggiunti dalla misura avessero organizzato e attuato l'imboscata ai danni degli altri due. Al pestaggio avrebbero partecipato anche altre persone, allo stato non identificate.
Le vittime avevano fornito una ricostruzione dei fatti non credibile, non menzionando neanche che, contestualmente all’aggressione, era stato loro sottratto un quantitativo di oltre mezzo chilo di cocaina, come sarebbe poi emerso nel corso delle indagini.
Proprio nel contesto delle attività di spaccio di ingenti quantitativi di hashish e cocaina sarebbe maturata l'aggressione in cui i due picchiati avrebbero per altro estorto agli altri somme di denaro dietro la minaccia di fornire agli inquirenti i nominativi degli aggressori.
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