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Politica lunedì 03 luglio 2017 ore 19:45
Remaschi si pente, l'ultima parola al Pd lucchese
L'assessore regionale ha definito "una cazzata" la telefonata fatta a Santini: "Volevo fargli abbassare la guardia". Ma niente dimissioni
LUCCA — Emozionato, addolorato ma deciso a non mollare. L'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi, esponente Pd di provata fede renziana e braccio destro del senatore Andrea Marcucci, non presenterà le dimissioni dopo che il candidato a sindaco del centrodestra a Lucca Remo Santini ha diffuso l'audio di una telefonata in cui proprio Remaschi gli annunciava il suo appoggio in vista del ballottaggio alle elezioni amministrative del giugno scorso (vedi qui sotto gli articoli collegati).
In una conferenza stampa a cui hanno partecipato anche il responsabile enti locali del Pd Toscana, Stefano Bruzzesi, e il segretario territoriale Patrizio Andreuccetti, Remaschi è apparso pentito di quello che si è rivelato un clamoroso autogol. Ma ha voluto raccontare la sua versione dei fatti.
"Non dico che ho fatto bene a fare quella telefonata, sicuramente è una cazzata, è una sottovalutazione - ha detto Remaschi - però non vorrei che da quei dieci secondi si valutasse il contenuto dei miei comportamenti, vorrei che fosse preso in esame tutto quello che ho fatto negli ultimi due mesi per Lucca".
Remaschi ha apprezzato la presa di posizione del sindaco dem appena rieletto Alessandro Tambellini, che ha commentato la vicenda con la frase: "Basta veleni, pensiamo ad amministrare Lucca'". E sempre l'assessore ha garantito di essersi impegnato a fondo sia per il primo turno che per il ballottaggio delle comunali. Allora perchè quella telefonata?
"Volevo far abbassare la guardia a Santini e al centrodestra - ha spiegato Remaschi - facendogli credere che avevamo problemi interni. Quel che io avevo in testa è che, forse in modo distorto, fra il primo e il secondo turno tutti in città davano Santini come sicuro vincitore. Volevamo far apparire al candidato di centrodestra che anche noi pensavamo che la partita fosse persa, che una parte del Pd lo avrebbe votato. E mentre loro abbassavano la guardia noi ci mettevamo al lavoro tutti uniti".
"Sfido che qualcuno possa dire a Lucca che ho trovato un solo voto al candidato del centrodestra - ha detto ancora Remaschi - Se c'e' una persona che dice diversamente io sono qua, ci confrontiamo. Volevo questo chiarimento, so che non è tutto, che non può finire qua. Mi metto a disposizione completamente del partito: chiedo soltanto di avere la possibilità di spiegarmi".
Possibilità che il Partito democratico gli ha subito concesso.
"Io sono garantista, non si puo' fare un tribunale mediatico - ha sottolineato il responsabile enti locali del Pd Bruzzesi - Marco Remaschi deve spiegare e ne dovremo discutere in direzione provinciale subito dopo la conferenza stampa. E siccome il problema è nato a Lucca, il problema sarà risolto a Lucca".
Subito dopo la conferenza stampa Remaschi è quindi intervenuto nella direzione provinciale del Pd, rendendosi poi disponibile per una campagna di confronto in tutti i circoli di Lucca.
"Mi dispiace per chi ha un po' di nostalgia del passato, delle gogne o per i moderni Robespierre che tagliano la testa nella piazza - ha concluso Bruzzesi - Qui le teste non le taglia nessuno, decide l'elettore del Pd di Lucca in un confronto sicuramente pacato, sereno e serio. In un partito serio ci si confronta e non si taglia solo perchè una parte dell'opinione pubblica ha deciso che devono saltare delle teste".
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