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Sport sabato 17 maggio 2025 ore 18:45

Il Giro in Toscana con Ulissi maglia rosa

Diego Ulissi
Diego Ulissi

Siena, Lucca e Pisa aspettano la corsa più amata dagli italiani per dare spettacolo in due tappe difficili, come a Firenze oltre cento anni fa.



. — Con la tappa di domani che arriva a Siena il Giro d’Italia torna in Toscana, terra che ha partorito fior di Campioni delle due ruote, da Gino Bartali a Fiorenzo Magni, da Michele Bartoli a Franco Ballerini, dall’indimenticabile Alfredo Martini a Gastone Nencini, da Paolo Bettini a Mario Cipollini, tanto per citarne alcuni.

Poi c’è Diego Ulissi, corridore livornese attualmente nel libro paga della squadra kazaka dell’Astana, che oggi ha indossato per la prima volta in carriera una fiammante Maglia Rosa, coronamento di una lunga e prestigiosa attività agonistica iniziata nei professionisti nel 2011.

E’ bello che il Giro d’Italia torni in Toscana con il simbolo del primato sulle spalle di un toscano ma del resto il rapporto tra la Corsa Rosa e la Toscana è antico e saldo fin dalla prima edizione del 1909, otto lunghissime tappe su e giù per l’Italia per quasi 2.500 chilometri.

Allora fu il muratore di Induno Olona Luigi Ganna a vincere il primo Giro, arrivando a Milano piegato in due dalla fatica.

Cosa si prova?” gli chiese un giornalista poco dopo l’arrivo dell’ultima tappa.

Lui pare che abbia alzato le spalle e sussurrato “Me brusa tanto el cul!”.

Quel Giro passò dalla Toscana durante la quinta tappa, con partenza da Roma ed arrivo a Firenze.

Entrò in terra toscana arrivando dal Trasimeno, come accadrà anche domani nella frazione prevista da Gubbio a Siena.

Le cronache dell’epoca raccontano che a Castiglion Fiorentino i corridori trovarono “una accoglienza calorosissima. Ottimo il servizio. Un gruppo di belle signore getta fiori”. Ad Arezzo il favorito Gerbi appare in difficoltà ma “abbiamo potuto constatare come la graziosa città abbia saputo preparare i servizi pel passaggio del Giro in modo perfetto”.

Le accoglienze di Montevarchi e San Giovanni Valdarno sono di un entusiasmo senza limite” scrissero ancora i giornalisti della Gazzetta “… le popolazioni sono tutte lungo la strada … A Figline Valdarno oltre agli applausi un grande striscione teso attraverso la via maggiore del paese ce ne porta il saluto”.

Alle porte di Firenze “… volontari ciclisti in perfetto assetto, con tanto di rispettabile fucile, pompieri, cittadini e i rappresentanti della benemerita armata … Ai lati della strada la folla è innumerevole”.

Quel 23 maggio del 1909 l’arrivo fu fissato sulla pista del Velodromo delle Cascine “… fin troppo gremita di pubblico che oramai è impossibile trattenere”.

Vinse Luigi Ganna sulla sua pesante bicicletta Atala, precedendo Carlo Galetti ed Ezio Corlaita.

Da allora è passato oltre un secolo, il Giro d’Italia è giunto alla 108° edizione, le biciclette oggi pesano solo sette chili, le tappe sono più corte e le strade sono cambiate in meglio.

Non più sassi e polvere o buche e terra battuta ma asfalto che spesso viene rifatto per l’occasione.

In verità i corridori che domani arriveranno a Siena avranno modo di provare sensazioni antiche, dovendosi misurare sulle strade sterrate fuori dal tempo già percorse annualmente da “Strade Bianche”, la Classica che in pochi anni si è presa un posto d’onore nel cuore del ciclismo professionistico.

I ciclisti si giocheranno la vittoria in Piazza del Campo, a pochi metri dai marmi della Cappella di Piazza posta alla base della Torre del Mangia, arrivando al traguardo dopo aver arrancato sulla ripidissima salita assassina di Via di Santa Caterina, che in pochi metri consuma le forze, dalle caviglie su fino al cervello.

Dopo la tappa di Siena il Giro vivrà in Toscana la seconda giornata di riposo che l’organizzazione ha previsto per questa edizione, prima di riaprire la sfida per la Maglia Rosa martedì a Lucca, quando i corridori pedaleranno uno contro l’altro in una cronometro di 28,6 chilometri fino a Pisa.

Anche nel 1980 una tappa a cronometro arrivò sotto la torre pendente, stavolta dopo essere partita da Pontedera.

Fu il danese Jorgen Marcussen a vincere la crono mentre il Giro se lo portò a casa il grande Bernard Hinault.

Pure Lucca ha ospitato più volte il Giro d’Italia ma per quanto riguarda le frazioni contro il tempo vale la pena di citare il prologo del Giro d’Italia del 1984.

Lungo i cinque chilometri pedalati sotto le mura di Lucca fu Francesco Moser a prevalere, sfoggiando una bicicletta avveniristica non molto diversa da quella che pochi mesi prima gli aveva consentito di ottenere il record dell’ora a Città del Messico.

In quella stagione il corridore trentino vinse il suo primo ed unico Giro d’Italia dopo una lunga sfida con l’occhialuto francese Laurent Fignon.

E quest’anno?

Beh, quest’anno le prime tappe hanno messo in evidenza ed in equilibrio di risultati sia le maglie di giovani talenti che di corridori esperti.

Il valenciano Juan Ayuso, Isaac del Toro, Antonio Tiberi e Giulio Pellizzari da una parte e Diego Ulissi, Richard Carapaz, Egan Bernal, Mads Pedersen, Giulio Ciccone, Wout Van Aert, i gemelli Yates e Primoz Roglic dall’altra.

Alla vigilia della tappa senese, mentre la Maglia Rosa è sulle spalle di Diego Ulissi, quella Azzurra di leader del Gran Premio della Montagna è attaccata alla schiena di Lorenzo Fortunato. La Maglia Ciclamino della Classifica a Punti appartiene al danese Mads Pedersen, vincitore di tre tappe sulle otto finora disputate.

Il miglior giovane è Juan Ayuso e sua è di conseguenza la Maglia Bianca.

Grandi assenti i campionissimi Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard, che non si sono iscritti alla Corsa Rosa ed in questa stagione hanno scelto di puntare ad altri obiettivi, il Tour de France anzitutto.

Assenti nelle liste di partenza anche altri grandi campioni come Mathieu Van der Poel, Remco Evenepoel, Joao Almeida, Biniam Girmay o Marc Hirschi ma … per fortuna il Giro è il Giro.

“Quando parte il Giro d'Italia dentro di me succede sempre qualcosa di particolare.”

Lo diceva Eddy Merckx, non uno qualsiasi.

E allora, W il Giro d’Italia!

Marco Burchi
© Riproduzione riservata


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