Attualità giovedì 20 agosto 2015 ore 16:21
"La scuola di Dio? Fanatismo e intolleranza"
I consiglieri regionali di Toscana a sinistra hanno invitato la Chiesa a smarcarsi dai fondatori dell'istituto che ha bandito la 'teoria gender'
FIRENZE — “La nascita in Toscana della prima Scuola di Dio è una notizia socialmente allarmante". I consiglieri regionali di Sel, Tommaso Fattori e Paolo Sarti, si sono scagliati senza giri di parole contro la scelta del parroco di Staggia don Stefano Bimbi di fondare un'istituto che fa un vanto dell'aver bandito dai programmi scolastici la fantomatica teoria del gender.
Una scuola, in buona sostanza, che intende insegnare ai bambini che i maschi sono e devono restare maschi, così come le femmine sono e devono restare femmine.
"La lotta ingaggiata da questi cattolici più conservatori - hanno sottolineato Sarti e Fattori -, spesso sostenuti dalla destra reazionaria, finisce per creare consenso intorno a inaccettabili posizioni sessiste e omofobe. Un mix di ignoranza, di fanatismo, di intolleranza".
Da qui la richiesta dei due consiglieri regionali alla Chiesa cattolica a prendere ufficialmente le distanze dall'iniziativa del parroco di Staggia.
"La teoria del gender non esiste - hanno spiegato Sarti e Fattori -, parlare in questi termini è un’arma per strumentalizzare studi scientifici che nascono più di trent’anni fa nel mondo anglosassone. E’ un dovere del mondo politico e della società civile reagire a questa ondata di pericoloso estremismo e come gruppo Si Toscana a Sinistra, insieme ai partiti e alle realtà della società civile che ci sostengono, avvieremo un tavolo di lavoro su questo tema , proponendo iniziative pubbliche di informazione,sensibilizzazione e dibattito. All’insegna della tolleranza e del rispetto per le diversità".
"Educare i genitori e dare informazioni corrette agli insegnanti affinché parlino in modo ragionato e non dogmatico di sesso, orientamento sessuale, identità e ruoli di genere è molto importante - hanno concluso i due consiglieri di Si, Toscana a Sinistra perché significa sostenere la crescita psicologica, fisica, sessuale e relazionale dei bambini e delle bambine, affinché possano progettare liberamente il proprio futuro”.
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