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Attualità giovedì 20 agosto 2015 ore 09:25

Nasce la prima scuola no gender

In Toscana nasce la scuola secondo natura, cioè senza derive "gender". Gli alunni maschi rimangono maschi. Le alunne femmine rimangono femmine



SIENA — Don Stefano Bimbi, parroco di Staggia in provincia di Siena, continua a far parlare di sé. Dopo l'idea del bonus bebè solo per famiglie sposate in chiesa e non straniere adesso arriva la scuola No gender. Nella scuola penata da Don Bimbi gli alunni, anche con una sola maestra, non saranno più di 10 per classe, andranno a lezione solo al mattino, zaino leggero e niente compiti a casa. Tuttavia è proprio l'assenza di temi "gender" dai programmi della scuola a richiamare l'attenzione. 

"E' solo un aspetto, non è l'unico, anche se capisco che possa colpire", spiega don Stefano Bimbi. Al sacerdote una trentina di famiglie ha chiesto di organizzare una delle prime scuole di "Alleanza parentale" in Italia, sia elementari che medie. 

"I bambini maschi - riferisce don Bimbi - non saranno obbligati a vestirsi da femmine o addirittura a mettere il rossetto in terribili giochi 'gender' in cui alunni sarebbero stati maltrattati come sarebbe successo di recente in una scuola del Nord". 

"La nostra - illustra sempre il progetto - sarà una scuola dove non confonderemo gli alunni sulla loro identità sessuale, che è quella data per natura: chi nasce maschio è tale, e così chi nasce femmina. E così cresceranno, senza forzature. Il sesso non si sceglie, è quello avuto dalla natura". Dunque, tutti d'accordo? "Sì, non ho segnali contrari - dice don Bimbi - Noi al momento abbiamo iscritti una trentina di studenti su due classi di elementari e due di medie per l'anno scolastico 2015-2016. 

Altre esperienze simili  a Padova, Schio, Bari, Brescia, Monza, Bergamo, Verona.

Proprio in Veneto si registra il primo stop: è il 'no' arrivato dalla curia di Padova alle scuole anti-gender. Ma non sembra un ostacolo pratico a sentire il parroco di Staggia. 

Spiega ancora don Bimbi: "Per la scuola di alleanza parentale non serve né l'autorizzazione dello Stato, né della curia. Sono i genitori che autogestiscono la scuola per esercitare il loro diritto e dovere di educare i figli, ritenendo non delegabile ad altri la funzione educativa che la Costituzione affida loro. E gli alunni per il riconoscimento del titolo di studio a fine anno scolastico sosterranno esami da privatisti". "Una scuola aperta a tutti", comunque, "anche ai non cattolici", aggiunge il parroco di Staggia, ricordando che serviranno pochi soldi di contributo "grazie all'autogestione dei genitori, al volontariato degli insegnanti e alle sale gratuitamente messe a disposizione dalla parrocchia". 


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