Attualità sabato 07 gennaio 2017 ore 12:30
La Toscana si stringe nel ricordo di Lagorio
Molti i messaggi di cordoglio provenienti dal mondo della politica e dell'informazione dopo la scomparsa del primo presidente della Toscana
FIRENZE — Una giornata di lutto per la Toscana che si è svegliata apprendendo la notizia della scomparsa di Lelio Lagorio, morto a Firenze a 91 anni.
Tra i primi a ricordarlo è stato Valdo Spini, che di Lagorio fu compagno di partito per trent'anni. "Scompare con LelioLagorio un uomo che ha dato molto alle istituzioni nel governo nazionale, alla Presidenza della Regione Toscana, come sindaco e vicesindaco del Comune di Firenze - ha detto Spini - Amava molto ricordare e lo voglio qui sottolineare, che era stato allievo di Piero Calamandrei, il grande giurista, uno dei padri della Costituzione italiana. Militante e dirigente del Partito Socialista Italiano, è stato uno dei protagonisti di quella pagina di storia della sinistra di governo che il Psi seppe rappresentare negli anni ottanta del nostro paese. Mi unisco sentitamente al dolore della moglie Vanna, della famiglia, dei compagni di partito".
Anche Riccardo Nencini, viceministro alle Infrastrutture, ha espresso il proprio cordoglio con un post su facebook. Lelio Lagorio, "che ho conosciuto bene, ha educato molti di noi al riformismo socialista", ha scritto Nencini. "È' stato uomo di governo, il primo socialista alla Difesa - ha detto ancora Nencini -. Le caserme aperte furono opera sua". "Lelio - ha poi aggiunto - fu europeista convinto almeno quanto fu un convinto sostenitore dell'autonomia del partito. Un modo di ragionare stringente, elegante, colto.Ci mancherà. Ciao Lelio".
"Con Lelio Lagorio, socialista e primo presidente della Toscana dal 1970 al 1978, scompare il fondatore di una lunga stagione di governi della sinistra che giunge sino a noi e che si è caratterizzata per il buon governo e per il solido legame con ampi strati popolari della Toscana - ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi - a lui va il pensiero rispettoso per il ruolo politico e amministrativo svolto nel corso di tutta la sua lunga carriera che lo vide anche due volte ministro in nome dei cittadini di questa regione".
Al coro di messaggi si è aggiunto anche quello del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani: "Sempre con modi signorili e istituzionali, profondamente competente e affascinante oratore, Lelio Lagorio era un riformista autentico nella stagione dominata dalle ideologie totalizzanti, caratterizzandosi sempre come uomo di dialogo e confronto". "Ebbi modo di premiarlo - ha ricordato Giani su facebook - appena diventai presidente del Consiglio regionale il 13 luglio 2015 a ricordo del primo Consiglio regionale svolto in tale data del 1970, e con lui parlai intensamente trovandolo sempre lucido e particolarmente stimolante anche se alla cerimonia poi, causa febbre, venne a ritirare il riconoscimento la figlia Silvia".
Il sindaco di Firenze Dario Nardella lo ha ricordato così: “La scomparsa di Lelio Lagorio ci rattrista profondamente. Se ne va un uomo da sempre animato da forti ideali e passione per la politica”. “Manterrò per sempre il ricordo personale di un uomo innovatore, ispirato e lungimirante - ha continuato Nardella - Nei suoi molteplici incarichi al servizio delle Istituzioni non ha mai rinunciato ai valori di correttezza, lealtà e dedizione alla cosa pubblica. Ha lasciato riforme importati, a partire dai settori del turismo e dello spettacolo”.
In una nota l'Associazione Stampa Toscana ha scritto: "Il presidente dell'Associazione Stampa Toscana Sandro Bennucci, i componenti del consiglio direttivo e di tutti gli organismi dirigenti dell'Associazione Stampa Toscana si stringono commossi alla famiglia per la scomparsa di Lelio Lagorio, primo presidente della Regione Toscana, ma per noi soprattutto un collega, iscritto storico al sindacato dei giornalisti e sempre orgoglioso e appartenere alla categoria".
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