Cronaca giovedì 23 marzo 2017 ore 19:58
Appalti Consip, entra a gamba tesa l'Antitrust
L'Autorità ha aperto un'istruttoria su 7 società che hanno partecipato all'appalto da 2,7 miliardi di euro su cui indagano le procure di Roma e Napoli
ROMA — Nell'intricatissima vicenda degli appalti Consip su cui indagano da mesi le procure di Roma e Napoli è entrata in gioco anche l'Antitrust aprendo un'istruttoria per intesa restrittiva della concorrenza. In pratica si tratta di chiarire se la maxi-gara per il facility management da 2 miliardi e 700 milioni di euro si è svolta regolarmente oppure se le imprese che hanno partecipato all'appalto si sono in qualche modo 'coordinate' per pilotarne l'esito finale. La gara riguardava una serie di servizi per la gestione di palazzi ed edifici sede di enti pubblici, università e istituti di ricerca
L'autorità garante per la concorrenza ha quindi avviato un procedimento nei confronti di Cns, Dussmann Service, Engie Servizi (ex Cofely Italia), ManitalIdea, Manutencoop Facility, Romeo Gestioni e Sti, disponendo una serie di ispezioni nelle sedi di ciascuna delle società che sono state effettuate dalla Guardia di finanza insieme a funzionari dell''Autorità stessa.
"Dall''analisi delle strategie partecipative nella gara indetta da Consip nel 2014 - si legge in una nota dell'Autorità - parrebbe emergere l'assenza di un effettivo confronto concorrenziale tra le parti in termini di mancata sovrapposizione delle offerte maggiormente competitive. L'ipotesi di coordinamento è supportata dai legami di natura societaria e consortile intercorrenti tra le suddette imprese e/o le cordate costituite per partecipare alla gara".
I difensori della Romeo gestioni, società che fa capo ad Alfredo Romeo, l'imprenditore napoletanontanto arrestato nell'ambito dell'inchiesta Consip, hanno depositato presso la Corte d''Appello di Roma un'istanza di ricusazione nei confronti di Gaspare Sturzo, il giudice per le indagini preliminari che dovrebbe pronunciarsi su una richiesta di interdizione avanza dalla Procura nei confronti dell''azienda per aver violato la legge sulla responsabilità degli enti. Secondo gli avvocati il giudice sarebbe incompatibile perchè nelle settimane scorse è stato lui a firmare l''ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Romeo e poi a rigettare l'istanza di scarcerazione presentata dai suoi difensori.
Nella stessa inchiesta sono indagati il ministro dello sport Luca Lotti per violazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento e Tiziano Renzi, padre dell'ex premier Matteo, per traffico di influenze illecite (vedi articoli collegati).
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