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Attualità lunedì 23 marzo 2015 ore 16:40

Lavoro, Poletti e Rossi rompono i tabù

Servizio di Tommaso Tafi

Durante un convegno sui fondi Ue il ministro ha tuonato: "Tre mesi senza scuola sono troppi". E il governatore: "Il precariato è colpa della sinistra"



FIRENZE — Colpi di scena a raffica al Palazzo dei Congressi di Firenze, durante un convegno organizzato dalla Regione per fare il punto sul piano di investimento dei 732 milioni di euro che arriveranno in Toscana nei prossimi 7 anni, attraverso il Fondo sociale europeo.
Un convegno cui hanno partecipato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il presidente della regione Enrico Rossi e l'assessore regionale al lavoro Gianfranco Simoncini

Ad aprire le danze con la prima dichiarazione shock è stato Rossi, che ha puntato il dito contro i troppi contratti precari che in questi anni sono stati la regola piuttosto che l'eccezione. "E' stato il centrosinistra - ha detto il governatore - che ha portato questa situazione", favorendo di fatto il ricorso al lavoro senza tutele che ha finito per rappresentare "l'85% dei nuovi avviamenti". Da qui la conclusione di Rossi: "Se il Jobs Act riconverte una parte di quel precariato in contratti a tempo indeterminato, anche se a prezzo di qualche garanzia, bisogna fare la 'prova budino' per vedere se funziona".Rossi insomma ha plaudito, citando Engels, all'introduzione del Jobs Act e all'abbandono delle tutele dell'articolo 18.

Pochi minuti più tardi ecco l'altra bordata, scagliata stavolta da Giuliano Poletti, che ha preso di mira le ferie degli studenti: "Un mese di vacanza va bene, un mese e mezzo, va bene - ha detto il ministro -, ma che ci sia un obbligo a farne tre perchè, altrimenti, se vai un mese a fare la formazione, non va bene". 

Poletti ha invitato i genitori a rivedere il rapporto tra i giovani e la formazione professionale. "I miei figli - ha detto il ministro - d'estate sono andati sempre al magazzino della frutta a spostare le casse. Sono venuti su normali. Non sono speciali, non sono straordinari ma normali". 

Da qui l'invito di Poletti ad aprire una discussione nel paese sull'opportunità o meno di ridurre le ferie agli studenti per favorire un percorso di formazione professionale.


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