Cronaca lunedì 23 giugno 2025 ore 18:45
Soldi in cambio di permessi antincendio, 30 indagati

Corruzione e riciclaggio tra i reati ipotizzati nell'ambito delle indagini, partite nel 2023 e coordinate dalla procura. Un arresto
LIVORNO — E' di 30 persone indagate il bilancio di una indagine coordinata dalla procura, denominata "Burning Gift" partita nel Maggio 2023, sul presunto rilascio di permessi antincendio e agibilità in cambio di soldi. Concussione, corruzione, falso in atto pubblico, autoriciclaggio e riciclaggio i reati ipotizzati a vario titolo.
Nell'ambito dell'indagine, nelle settimane scorse è stata eseguita una ordinanza disposta dal gip, che ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di un dirigente dei vigili del fuoco di Livorno con la qualifica di responsabile dell’Ufficio Prevenzione Incendi.
In base all’ipotesi investigativa, l’uomo - senza che i colleghi ne fossero a conoscenza e in presunto concorso con professionisti operanti nel settore e titolari di ditte antincendio - avrebbe, in seguito a mancanze emerse nel corso di controlli in esercizi commerciali, richiesto ad alcuni esercenti somme di denaro per evitare la chiusura delle attività o ritardi nella loro riapertura.
Nel corso di una perquisizione a casa del funzionario, in un piccolo vano del sottotetto, gli investigatori avrebbero trovato 170mila euro in contanti. Somma che, secondo gli investigatori della squadra mobile, potrebbe derivare, in tutto o in parte, dalle presunte operazioni di "agevolazione". Su disposizione del gip, il denaro è stato sottoposto a sequestro preventivo. In casa di altri indagati sarebbero state trovate bottiglie di vino pregiate ed un telefono cellulare di ultima generazione: secondo gli inquirenti, si tratterebbe di "premi" per l'agevolazione di pratiche antincendio a favore di ditte e imprenditori vari.
Sempre secondo l'ipotesi accusatoria il principale indagato avrebbe abusato della propria funzione istituzionale favorendo, dietro compenso, indebiti vantaggi a soggetti privati in relazione a pratiche antincendio e/o per ottenere il parere favorevole dei vigili del fuoco alla concessione di aumento della capienza dei locali pubblici, fungendo anche da intermediario nei confronti di altri pubblici ufficiali affinché, anch’essi in cambio di utilità, compissero atti contrari ai loro doveri d’ufficio.
Secondo gli investigatori, "il pubblico ufficiale, sia in prima persona che per il tramite di complici avrebbe certificato, o concordato per far certificare, stati dei luoghi difformi a quelli reali, per garantire ai committenti il buon esito delle istanze da essi presentate ai vigili del fuoco, quindi da parte dell’Ufficio da lui stesso presieduto". Sempre secondo l'accusa, "In molti casi avrebbe anche agito come consulente privato o 'ingegnere ombra' relativamente a progettazioni di impianti antincendio presentati tramite tecnici effettivamente incaricati dal committente, redigendo le pratiche che egli stesso sarebbe stato poi tenuto a controllare ed approvare nella sua veste istituzionale".
Le indagini, con numerose perquisizioni in varie province, avrebbero portato alla luce decine di presunti episodi corruttivi. Fra i 30 indagati ci sarebbero un funzionario dei vigili del fuoco di Genova, ispettori Asl, imprenditori, ingegneri e liberi professionisti. Tra questi anche due persone con la qualifica di vigili del fuoco volontari.
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