Questo sito contribuisce alla audience di 
Toscana Media News quotidiano online.
Percorso semplificato Aggiornato alle 19:35 METEO:FIRENZE16°  QuiNews.net
Toscana Media News - Giornale Online
venerdì 29 marzo 2024
Tutti i titoli:
corriere tv
Le celle a fuoco e le grida dei detenuti: la protesta nel carcere di Guayaquil

Attualità giovedì 04 gennaio 2018 ore 15:30

Moby Prince, "Quella sera non c'era nebbia"

Lo ha dichiarato un testimone davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sulla Moby Prince. Il presidente Lai: "Prematuro tirare conclusioni"



FIRENZE — "Non c'era nebbia, lo ribadisco". Queste sono state le parole, già dichiarate all'epoca dei fatti ma mai verbalizzate nel fascicolo d'inchiesta, che Guido Frilli ha ripetuto davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul disastro della Moby Prince del 10 aprile 1991. Il testimone assistette dalla finestra di casa sua alla tragica collisione in rada fra il traghetto e la petroliera Agip Abruzzo nella quale trovarono la morte 140 persone.

Le parole di Frilli potrebbero ora far riscrivere una nuova verità su quei fatti, per i quali una delle cause era stata individuata nella foschia che avrebbe impedito di capire cosa stava avvenendo e soccorrere i passeggeri del traghetto.

Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano La Stampa, la commissione parlamentare (istituita nel 2015 e presieduta da Silvio Lai del Pd) ha concluso i suoi lavori nel mese di dicembre. La relazione finale dovrebbe essere presentata tra qualche giorno e poi essere trasmessa alla procura per l'apertura di una nuova inchiesta. Secondo quanto spiega oggi il quotidiano, dai lavori della Commissione emergerebbero altri due particolari importanti: la sopravvivenza a bordo del Moby per tanti fu molto più lunga dei 20 minuti ipotizzati dall'inchiesta, e i soccorsi, che in soli 25 minuti misero in salvo tutto l'equipaggio della petroliera, arrivarono vicini al traghetto solo molte ore dopo: "Il traghetto era un corollario, ci siamo concentrati sulla petroliera", avrebbe detto ai deputati l'allora comandante del porto Sergio Albanese.

A tirare il freno, dopo la diffusione della notizia, è stato lo stesso presidente della commissione d'inchiesta sul disastro. "Quelle riportate oggi da alcuni quotidiani sono ricostruzioni giornalistiche basate sulle audizioni pubbliche svolte in commissione e, a quanto ho avuto modo di leggere, sono ovviamente parziali", ha detto Lai.  "La relazione della commissione approvata a dicembre all'unanimità - ha aggiunto - sarà in grado di fornire a giorni un quadro degli esiti dell'inchiesta parlamentare. Essa verrà presentata, nel mese di gennaio, nel corso di un incontro con le associazioni dei famigliari delle vittime al quale seguirà una conferenza stampa". "Prima di allora - ha quindi concluso Lai - ritengo prematuro tracciare conclusioni sulla base di notizie giornalistiche che, per forza di cose, rischiano di risultare incomplete e dunque fuorvianti. Grazie al lavoro svolto dalla commissione, tra poco le cause della tragedia saranno a tutti più chiare e potremo dare finalmente risposte ai famigliari delle vittime che, dopo tanti anni, hanno il diritto di conoscere la piena verità, verità che però, ripeto, deve essere la più completa possibile. Si tratta di un quadro fondato su alcune certezze che in questi anni siamo riusciti a definire, sia riguardo cosa accadde e sia su come fu gestito l'incidente. A giorni presenteremo i risultati della commissione di inchiesta, prima di allora raccomando prudenza".


Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI

Tag
Iscriviti alla newsletter QUInews ToscanaMedia ed ogni sera riceverai gratis le notizie principali del giorno