Cronaca martedì 17 gennaio 2017 ore 09:20
La maxi frode dei trasporti
La Guardia di Finanza ha arrestato un imprenditore livornese e denunciato 17 persone. Scoperte fatture false per nove milioni
LIVORNO — Un imprenditore livornese, pluripregiudicato e con condanne per traffico di sostanze stupefacenti, ricettazione e bancarotta fraudolenta e destinatario di un provvedimento di interdizione perpetua dai pubblici uffici è stato arrestato dagli uomini della Guardia di Finanza sulla base di un ordine di custodia emesso dal Gip del tribunale.
Le accuse che hanno portato agli arresti domiciliari l'imprenditore, mentre altre undici persone sono state denunciate nell'ambito della stessa inchiesta coordinata dalla Procura livornese, sono emissione ed utilizzo di false fatture, omessa dichiarazione, omesso versamento di I.V.A., distruzione di documentazione contabile, falsità ideologica, riciclaggio e bancarotta fraudolenta.
"E' stato appurato - spiegano dalla guardia di Finanza - Che l'uomo aveva creato una fitta rete di rapporti tra società e ideato un complesso e sofisticato schema fraudolento, avvalendosi della collaborazione di numerosi soggetti, finalizzato a sottrarre al Fisco ingente materia imponibile".
L’Autorità Giudiziaria ha, inoltre, disposto il sequestro preventivo di quote societarie ed automezzi riconducibili all’imprenditore in relazione ai reati di frode fiscale.
L’attività d’indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il locale Tribunale, Massimo Mannucci, condotta nell’ambito dell’operazione denominata "Ghost Truck" dai finanzieri del Gruppo di Livorno, ha permesso di individuare un giro di fatture false per quasi nove milioni di euro.
Le indagini hanno preso il via dall’analisi di "Anomale operazioni di compravendita di mezzi stradali operate dall’imprenditore livornese a favore di imprese labroniche, per lo più fallite o decotte, operanti nel settore del trasporto di merci su strada per conto terzi".
La ricostruzione delle operazioni ha consentito ai finanzieri di svelare un sistema di frode che ha visto coinvolte diverse aziende, operanti nel settore dei trasporti sul territorio livornese, alcune delle quali, attive tra il 2010 e il 2013, hanno subappaltato l’effettuazione di prestazioni di trasporto ad imprese rivelatesi “cartiere”, prive, cioè, di una effettiva capacità patrimoniale, sprovviste di un reale impianto contabile, intestate a “prestanome” ed inottemperanti agli obblighi fiscali.
Queste ultime, attraverso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti emesse da altre ditte, sempre riconducibili alla persona arrestata, hanno formalmente immatricolato numerosi trattori stradali e semirimorchi, senza esserne mai state, di fatto, le effettive proprietarie. In tal modo, le imprese “cartiere”, si sono dotate di un parco veicolare (di cui in realtà non disponevano) ed hanno formalmente assunto personale impiegato come “autista”
Le stesse “cartiere” - sempre secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza - hanno emesso, a loro volta, fatture gonfiate per l’esecuzione di prestazioni di trasporto a favore delle imprese beneficiarie, consentendo loro la deduzione dei relativi costi, la detrazione dell’Iva e il mancato pagamento degli oneri contributivi e previdenziali.
Le imprese cartiere hanno invece omesso la presentazione delle dichiarazioni, il versamento delle imposte e degli oneri contributivi e previdenziali, risultando dunque “evasori totali”.
L'indagine ha permesso di accertare come l'uomo tratto in arresto, unitamente ad altri, abbia distratto da una società ingenti somme di denaro e numerosi beni.
Da qui il sequestro di 35 automezzi per il trasporto di merce, tra cui dieci trattori stradali, 24 semirimorchi e una Mercedes per un valore totale di 300mila euro.
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