Latte San Ginese, lavoratori in cassa per un anno

Bloccati i licenziamenti dei dipendenti, mentre per il sito si punta alla reindustrializzazione con cessione di asset e marchio. Siglato l'accordo

CAPANNORI — C'è un accordo per la San Ginese, lo storico stabilimento lattiero del Capannorese i cui dipendenti il 2 Febbraio scorso avevano ricevuto lettere di licenziamento da parte di Arborea, la cooperativa sarda che nel 2018 aveva acquisito lo stabilimento e che comunicava di volerlo chiudere.

Le parti si erano lasciate lo scorso 10 Marzo con una stretta di mano virtuale per concretizzare in breve tempo un accordo che scongiurasse i licenziamenti. E ieri 1 Aprile, al tavolo convocato dal consigliere del presidente della Regione Eugenio Giani per lavoro e crisi aziendali, Valerio Fabiani, ecco la svolta.

Per la prima volta in presenza presso la presidenza regionale a Firenze i rappresentanti della proprietà, di sindacati e rsu, l'Unità di crisi e Arti hanno sottoscritto il patto che conferma la cassa integrazione per un anno per i 24 lavoratori attualmente in carico all'impresa e un percorso per la reindustiralizzazione del sito.

"Nel dettaglio l'accordo prevede lo stop ai licenziamenti con il ricorso ad un ammortizzatore sociale", ha spiegato Fabiani. "Allo stesso tempo - prosegue - sono stati definiti gli impegni finalizzati alla reindustrailizzazione del sito: Arborea si impegna, fra le altre cose, a incaricare un advisor specializzato con la missione di fare scouting e favorire e supportare il possibile processo di reindustrializzazione".

Ancora: "Per chi acquisisse l'azienda verrà inoltre messa a disposizione una dote economica, insieme ai vari asset aziendali, compreso il marchio. Abbiamo compiuto un passo decisivo ma il nostro impegno continua", ha concluso.

Di risultato di grande importanza parla il sindaco di Capannori Luca Menesini: "Con lo stop ai licenziamenti, l’attivazione degli ammortizzatori sociali, e l’impegno concreto per la reindustrializzazione del sito produttivo San Ginese attraverso un advisor qualificato - afferma - vengono tutelati i lavoratori, il marchio, la storia dell’azienda e più in generale, il territorio".

I sindacati Flai Cgil e Fai Cisl concordano sul fatto che quello compiuto rappresenti il primo passo nella direzione auspicata, ma annunciano l'intenzione di voler monitorare attentamente l'evolversi della vicenda: "Le organizzazioni sindacali - scrivono loro stessi - ritengono importante il risultato ottenuto, per niente scontato, di fronte ad un'azienda che da tempo ha mostrato di voler lasciare il territorio toscano, concentrandosi solo su quello sardo".

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