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Politica martedì 09 dicembre 2014 ore 17:30
Mafia Capitale, codice etico per il Pd toscano
L'annuncio del responsabile organizzazione Antonio Mazzeo in vista della Regionali. "La nostra regione è virtuosa ma le regole saranno stringenti"
FIRENZE — Il messaggio è chiaro e netto: tolleranza zero. Il Pd della Toscana, dopo lo scandalo che ha travolto Roma, si prepara alle prossime elezioni regionali con la volontà di mettere bene in chiaro le regole del gioco per tutti coloro che ne prenderanno parte.
Partendo dal presupposto che "è necessario che chi ha sbagliato paghi e che il Pd sia intransigente su certi atteggiamenti", il responsabile organizzazione dei democratici toscani Antonio Mazzeo spiega dunque in una nota che "lo faremo anche noi in Toscana, anche se qui niente del genere finora è mai accaduto". E allora ecco che, in vista delle prossime elezioni regionali, Mazzeo annuncia che "approveremo, come sempre, un codice etico per i candidati" con "regole di comportamento molto stringenti" su cui, "anche se la Toscana è una regione virtuosa, saremo inflessibili”.
Un messaggio destinato a tutti quelli che, dentro e fuori dal partito, hanno in questi giorni generalizzato colpe e responsabilità. "E’ vero - dice ancora Mazzeo - c'è un pezzo di classe politica italiana che su certe questioni sembra non cambiare mai. Ed è altrettanto vero che evidentemente non bastano le stigmatizzazioni a livello di opinione pubblica per sconfiggere la commistione tra affari e politica. Ma dire che sono 'tutti uguali', 'tutti responsabili' e 'tutti conniventi' è profondamente sbagliato" così come "far credere che con la segreteria Renzi il partito non esiste più, che la politica è solo marketing e con un uomo solo al comando questi processi degenerativi sono più semplici".
Concetti che, precisa, "vogliamo confutare con forza" perché "il sistema Roma scoperchia un mix di criminalità e pessima politica che ha le sue radici in tempi lontanissimi, in anni in cui lo stesso Renzi era sindaco di Firenze e il suo legame con il Pd romano era quasi inesistente".
La vicenda di Mafia Capitale, insomma, secondo Mazzeo invita il Pd e l'attuale premier "ad andare piuttosto avanti e accelerare il processo di cambiamento, del partito e del governo, che ha messo in piedi in questi mesi" in nome di una "richiesta di nuova politica e di un nuovo modo di fare partito con meno strutture 'ammalate' e più comunità e energie libere e forti". Un concetto, conclude Mazzeo, all'opposto rispetto alle parole di quelli che lui, riferendosi implicitamente anche a colleghi della minoranza interna al Pd, definisce "nostalgici di vecchi sistemi di potere che non hanno ancora capito che la vecchia politica è definitivamente morta insieme ai suoi troppi cattivi maestri".
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