Attualità mercoledì 28 ottobre 2015 ore 16:35
Favola gender, il vescovo dà ragione ai genitori
Ma comunque la Curia non vuole entrare nel caso. Il vescovo: "Credo che sia stato lecito spostare la bambina, se i genitori hanno ritenuto di farlo"
MASSA — Così il vescovo della Diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, monsignor Giovanni Santucci, sulla storia della bambina allontanata da un istituto pubblico dai genitori, dopo aver scoperto che le erano state raccontate favole sulla differenza di genere.
"La Curia in questo momento - ha sottolineato il vescovo - non può e non vuole entrare nel caso specifico avvenuto a Massa Carrara; credo che sia stato lecito per la famiglia spostare la bambina da una scuola all'altra, se i genitori hanno ritenuto di farlo; in Italia i genitori hanno ancora il diritto di provvedere ai figli secondo le proprie convinzioni ideologiche e religiose".
“Una bambola per Alberto” e “La principessa e il drago” sono le fiabe incriminate che hanno scatenato il putiferio a Massa. I genitori della bambina continuano a dichiararsi ignari del progetto "Liber* Tutt*", finanziato con soldi regionali (78 mila euro) e destinato a tutte le scuole della provincia di Massa Carrara.
"Non avremmo mai permesso a nostra figlia di assistere a certi insegnamenti", ripetono i genitori, attorno ai quali si sta muovendo la solidarietà dell'intero mondo cattolico locale.
Il 6 novembre prossimo, nell'oratorio della chiesa S. Pio X di Massa, i genitori riuniti nel comitato "Salviamo i nostri figli" hanno organizzato un incontro con esperti pedagogisti dal titolo.
"La favole che fanno male ai vostri bambini"; intanto su Facebook numerose mamme hanno innescato una serie di botta e risposta sul caso delle favole gender, dichiarandosi disponibili a ritirare i propri figli da scuola qualora il progetto dovesse toccare anche altre classi del territorio.
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