Attualità giovedì 12 settembre 2024 ore 17:30
Coltivare la rinascita nella tenuta di Suvignano
Nella tenuta strappata alla mafia prende vita un progetto dedicato alle donne con una diagnosi di carcinoma mammario e le loro famiglie
MONTERONI D'ARBIA — Un luogo di ritrovo, supporto e condivisione per le donne con una diagnosi di carcinoma mammario e le loro famiglie, dove stare a contatto con la natura e coltivare piante ed erbe aromatiche con l’aiuto di un tecnico agronomo.
Nuove stagioni è il nome scelto per il progetto che ha preso il via nella tenuta di Suvignano a Monteroni d’Arbia, nel senese. Strappata alla mafia nel 1983 grazie al magistrato Giovanni Falcone, nel 2019 la tenuta è tornata a disposizione della collettività sotto il controllo dell’Ente Terre della Regione Toscana. Adesso sarà un luogo dove sviluppare un progetto di agricoltura sociale, partecipare a incontri psicologici di meditazione in gruppo e parlare di sana alimentazione con la guida di un medico nutrizionista.
Il progetto, promosso dall’azienda ospedaliero-universitaria senese, è frutto della collaborazione tra più enti: Tenuta ed Ente Terre (e dunque la Regione Toscana), Comune di Monteroni d’Arbia e l’assocciazione Serena Onlus, che da anni opera sul territorio a sostegno delle donne con un tumore alla mammella. L’iniziativa proseguirà fino a Dicembre 2024.
“La diagnosi di un tumore può avere un effetto dirompente sulla vita di una persona e sulle sue relazioni – sottolinea il presidente della Toscana, Eugenio Giani - Si tende a sparire e a nascondersi. La buona medicina e buona sanità deve occuparsi anche di questo aspetto di relazioni umane e il progetto dell’azienda ospedaliera universitaria senese va proprio in questa direzione, con il valore aggiunto di svolgersi all’interno di una tenuta che, strappata alla criminalità organizzata, è tornata un bene di tutti”.
“Sono una sostenitrice dell’agricoltura sociale da sempre – ha detto la vicepresidente Stefania Saccardi –. Molti sono i progetti che abbiamo sostenuto in questo ambito e adesso mi fa piacere che la pratica venga introdotta anche alla tenuta di Suvignano, una delle nostre realtà a più alto valore etico oltre che paesaggistico, una pratica rivolta a una fetta di popolazione più fragile come le donne con malattie oncologiche al seno. Perché sicuramente l’esperienza dell’agricoltura sociale è positiva, offre un’opportunità di partecipazione attiva e migliora il benessere individuale. L’approccio di lavoro collettivo a stretto contatto con la natura è una modalità salubre che fornisce peraltro anche un grande sostegno psicologico”.
L'obiettivo del progetto, spiega l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini, è quello di contribuire a rendere più umano un percorso complesso come quello della malattia oncologica. "E’ grazie a progetti come questi - sottolinea Bezzini- che le pazienti e i loro familiari riescono a vivere la malattia con occhi diversi, superano la paura di un’eventuale ricaduta e trovano una migliore qualità della vita. In sanità la Toscana ha fatto dell’innovazione una vera e propria pratica diffusa che, come in questo caso, va oltre le mura dei presidi e le articolazioni del sistema sanitario pubblico”.
Un progetto che vede la collaborazione tra ospedale, istituzioni e volontariato. “Ci sono patologie, come quelle oncologiche - sottolinea Antonio Barretta, direttore generale dell’Aou senese- dove il rapporto tra pazienti e professionisti diventa molto stretto e dove i tempi di cura possono essere anche molto lunghi e, proprio grazie a questo progetto, possiamo dare supporto sia dal punto di vista psicologico, sia relazionale e anche nutrizionale, per tornare ad una vita sana e salutare”.
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