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Politica sabato 16 maggio 2015 ore 13:19

Mugnai prova a ribaltare la riforma della sanità

Il candidato governatore di Forza Italia ha incontrato il Comitato Sanità Pubblica: "Dovevano tagliare le poltrone, stanno tagliando i servizi"



AREZZO — Mentre la raccolta forme contro la riforma del sistema sanitario procede in tutta la Toscana, il candidato governatore di Forza Italia, Stefano Mugnai, si prepara al piano B: invece di ricorrere alla sollevazione popolare lui punta a vincere le elezioni per ribaltare l'impostazione di questa riforma.

"Avevamo chiesto di tagliare le poltrone – ha detto Mugnai che stamattina si è presentato davanti ai cancelli dell'ospedale San Donato di Arezzo – e ci hanno dato il taglio dei servizi ai cittadini, degli operatori sanitari e dei posti letto ospedalieri oppure, come ci è stato segnalato qui oggi, si chiude nel fine settimana il day hospital del centro oncologico come se il male potesse aspettare. Intanto si aggiungono costosi apparati e figure apicali inventate al solo scopo di trattenere nelle mani del governatore il controllo politico della sanità".

Mugnai ha incontrato i membri del Comitato Sanità Pubblica di Arezzo, impegnati nella raccolta firme per abrogare la legge 28/2015, che appunto accorpa le Aziende sanitarie, rivoluzionando il sistema toscano.

"Ma la salute delle persone – ha detto il candidato azzurro – è una cosa seria da cui la politica deve distogliere i suoi appetiti. Con noi lo farà, io sono pronto". Un appello alla politica a fare un passio indietro in tema di sanità che fa il paio con quello in termini di burocrazia di cui Mugnai ha parlato con i carrozzieri riuniti a Calenzano

"In Toscana – ha detto Mugnai dal palco allestito da Federcarrozzieri all'hotel Delta Force – è stato creato un sistema di burocrazie che tra lacci e lacciuoli obbliga gli attori dell’economia, e voi artigiani per certi aspetti ne risentite più di altre tipologie imprenditoriali, a spendere intere giornate in attività improduttive come passare da un ufficio all'altro dal notabile di turno col cappello in mano semplicemente per ottenere il rispetto del proprio diritto all'impresa, ormai elargito come fosse una concessione".


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