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Cultura lunedì 08 giugno 2015 ore 18:45

Oriente e Occidente, dialoghi di civiltà

foto di Mario Giro da Twitter

Rappresentanti religiosi e intellettuali hanno preso parte al convegno promosso dalla Comunità di Sant'Egidio. Il governatore Rossi scrive ad Alfano



FIRENZE — Hanno preso parte alla prima giornata di lavori anche Ahmad Muhammad al Tayyed, iman dell'istituzione universitaria al-Azhar del Cairo, il vicepresidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, Romano Prodi.

Fra gli argomenti più dibattuti, le prese di posizione dei governatori di Veneto, Lombardia e Liguria sull'emergenza profughi, con proposte di chiusura degli ingressi e delle forme di accoglienza che hanno suscitato polemiche e reazioni a tutti i livelli.

"Quando tre presidenti di regione sollevano l problema - ha commentato Tajani - vuol dire che c'è qualcosa che non funziona. C'è nei cittadini, soprattutto nelle grandi periferie, una situazione di esperazione, sia italiani che immigrati. E' difficile comprendere se si tratta di un profugo o di un immigrato che cerca lavoro, è una situazione delicata che deve essere affrontata con serietà, intelligenza, determinazione ma che si può risolvere solo a livello europeo".

"Sull'emergenza profughi l'unica cosa che dovrebbe fare l'Europa è esistere" è stato il laconico commento dell'ex presidente del consiglio Romano Prodi.

Per quanto riguarda invece l'Isis, Antonio Tajani ha detto che Gheddafi "non è stato un campione di democrazia ma forse era meglio dell'Isis e dei Fratelli mussulmani".

Nel suo intervento, l'imam Ahmad Muhammad al Tayyed ha stigmatizzato "tutta la genealogia di organizzazioni, gruppi e movimenti armati che spesso si celano sotto le mentite spoglie della religione, strumentalizzando i testi sacri per legittimare l'aggressione, l'uccisione degli altri, il furto dei loro beni e costringendoli a ripararsi all'estero". "Non abbiamo alternativa - ha detto l'imam - se non quella di essere solidali fra noi".

"Siamo destinati a parlarci intensamente e presto - ha affermato invece Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio - Siamo condannati a parlarci dalla geografia e dalla vicinanza, dalle sfide violente e aggressive, dalla lotta all'ignoranza, dalla necessità di costruire un mondo migliore".

Sempre per quanto riguarda l'emergenza migranti, il presidente della Toscana Enrico Rossi ha  scritto al ministero degli interni Angelino Alfano, sollecitando una presa di posizione sul ruolo delle Regioni  e riproponendo a tutta l'Italia il modello di accoglienza diffusa sperimentato in Toscana tra il 2011 e il 2013, quando arrivarono i primi migranti dalla Tunisia, cinquecento, e poi altri mille e trecento africani di tutto il continente in fuga dalla Libia. Di quelle 1800 persone sono rimasti iin ottantanove. Altri tremila sono arrivati invece con gli sbarchi degli ultimi mesi.

"Riconoscere alle Regioni, in modo chiaro e formale, una funzione nella gestione dell'accoglienza dei migranti, a supporto di enti locali e prefetture, ma soprattutto in una logica di condivisione nazionale del problema mi pare il requisito essenziale per favorire e agevolare il processo d'accoglienza" scrive Rossi. "Il modello sperimentato in Toscana in questi anni, imperniato sulla distribuzione in piccole strutture affidate al volontariato e con un forte ruolo degli enti locali - aggiunge - ha visto un forte raccordo tra i sindaci e le Prefetture, favorito e promosso dalla Regione e dalla figura del presidente".

La Toscana, conclude Rossi, è pronta a fare la sua parte, "senza sottrarsi alle proprie responsabilità e dando il proprio autonomo contributo". "Sono sicuro – annota il presidente - che anche questa volta riusciremo a contenere il problema, nella speranza e nell'attesa che l'Unione Europea ratifichi e consolidi presto le decisioni assunte durante l'ultimo vertice di Bruxelles".



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