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Attualità martedì 29 gennaio 2019 ore 14:20

Il Pegaso d'oro a Ugo Caffaz

Servizio di Renè Pierotti

Il presidente del Consiglio regionale Giani ha consegnato a Ugo Caffaz, animatore del Treno della Memoria, il massimo riconoscimento della Regione



FIRENZE — Nel giorno della Memoria 2019, il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani ha consegnato il Pegaso d'oro, massima onorificenza della Regione Toscana, a Ugo Caffaz, ideatore del Treno della Memoria e consigliere per le politiche della memoria della Regione Toscana. 

"Primo Levi dice che questo è successo, può succedere ancora. Ma vorrei aggiungere che succederà se non facciamo nulla. Perché la storia è fatta di corsi e ricorsi, ma dipende da noi". Ha detto Caffaz, intervenendo alla seduta solenne del Consiglio regionale per il Giorno della Memoria.

"I meccanismi che portarono alla Shoah - ha spiegato Caffaz - sono sempre gli stessi: una crisi economica, l'egoismo della gente, l'individuazione di un capro espiatorio e l'affidarsi a un capo, ecco perché dobbiamo studiare come nasce il razzismo", ha aggiunto. "Com'è possibile che il Paese più colto d'Europa sia arrivato in pochissimo tempo allo sterminio? E' stato possibile perché la cultura di un popolo è fatta di valori condivisi; noi pensiamo che si tratti di valori positivi, ma non è sempre così", da qui la necessità di tenere "alta la guardia". Caffaz ha poi ricordato le polemiche per il messaggio twitter del senatore M5s Elio Lanutti, "un fatto increscioso, un parlamentare che in questi giorni ha rispolverato i ''protocolli dei savi di Sion'', in cui si diceva che il mondo era governato dagli ebrei. Questo signore si è permesso di dire che le banche sono andate in rovina per colpa degli ebrei", come "in quegli anni si diceva che gli ebrei avevano causato la guerra". Per questo, ha aggiunto Caffaz, contro il razzismo, non servono "antidoti" ma "vaccini".

"I vaccini hanno bisogno di richiami: il Treno della Memoria è il richiamo". Infine Caffaz, chiudendo il suo intervento, ha letto in aula l'introduzione di Primo Levi a "Se questo è un uomo":

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.


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