Politica giovedì 26 giugno 2014 ore 19:29
Piano paesaggistico, primo via libera
La commissione territorio e ambiente del consiglio regionale lo ha approvato all'unanimità. Ok condizionato all'ampliamento delle cave esistenti
FIRENZE — Adesso la parola passa all'aula di Palazzo Panciatichi che dovrà pronunciarsi sulla prima adozione del provvedimento nella prossima seduta, convocata per il primo luglio. Seguirà il periodo delle osservazioni (60 giorni) e poi l'approvazione finale.
Il Piano paesaggistico disegna una cornice di regole certe per mantenere alto il valore del paesaggio toscano e agevolarne la riqualificazione.
Non interessa i soli beni paesaggistici, sui quali esistono già i vincoli dello Stato, ma l'intero territorio regionale, secondo quanto previsto sia dalla Convenzione europea sul paesaggio che dal Codice nazionale in materia. Paesaggi eccellenti quindi ma anche periferie, lottizzazioni, zone industriali anche degradate, bacini fluviali, aree interne in abbandono, colline coltivate e piane urbanizzate.
Finora solo Puglia e Toscana si stanno dotando di questo strumento. Ma nelle prossime settimane faranno molto discutere le norme che riguardano le attività estrattive, soprattutto nell’area di protezione esterna del Parco delle Alpi Apuane.
Dopo una lunga discussione a cui ha partecipato anche l'assessore regionale all'urbanistica Anna Marson, oggi la commissione consiliare ha approvato una serie emendamenti - proposti anche dalle forze di opposizione come Forza Italia e Nuovo centrodestra - che cambiano nella sostanza alcune parti cruciali del piano.
Fermo restando che nel testo finale non viene ammessa l’apertura di nuove cave, si autorizza la riattivazione di quelle dismesse da non piu' di vent'anni e l’ampliamento di quelle esistenti ad alcune condizioni:
1) non devono determinare un incremento dei piazzali in quota se non per opere strettamente funzionali all’apertura di nuovi ingressi in galleria;
2) non devono aver bisogno di opere infrastrutturali che causino modifiche irreversibili ai luoghi
3) non devono interessare fronti di escavazione a quote superiori a quelle autorizzate, salvo specifiche individuazioni nei piani attuativi.
Per quanto riguarda invece le competenze degli enti locali, nell’ambito del procedimento di autorizzazione alla riattivazione delle cave o all'ampliamento i Comuni dovranno accertare che le attività estrattive non interessino aree integre o rinaturalizzate e non tocchino sentieri, percorsi e punti panoramici individuati nella pianificazione territoriale.
Le varianti di carattere sostanziale a fini paesaggistici saranno quelle inerenti all’apertura di nuovi distinti fronti di cava o nuovi ingressi per l’escavazione in sotterraneo, esterni al perimetro di cava autorizzato.
L’attività estrattiva dovrà essere inoltre finalizzata all’estrazione di materiali lapidei ornamentali e potrà riguardare materiali per uso industriale solo se derivanti dalla produzione di materiali ornamentali.
A votazione conclusa l'assessore Marson di è dichiarata soddisfatta dell'approvazione all'unanimità pur non condividendo alcuni emendamenti, a partire da quelli riguardanti le cave sulle Apuane.
“Oggi abbiamo ottenuto un buon risultato per la Toscana - ha commentato invece il consigliere regionale del Pd Matteo Tortolini - Sottolineo l’espressione unanime della commissione consiliare, resa possibile dal fatto che non si è messo in contrapposizione l’ambiente con il lavoro. Un plauso al presidente della commissione, Gianfranco Venturi, e all’assessore Anna Marson che ha mostrato apertura ad alcune proposte della commissione. Ora ci sono tutte le condizioni per proseguire con la fase concertativa; le osservazioni potranno consegnarci un equilibrio ancora più avanzato tra la tutela del paesaggio e lo sviluppo economico”.
«I circa 10.000 posti di lavoro che oggi annovera il comparto del marmo in Toscana sono salvi - ha commentato il consigliere regionale del Nuovo Centrodestra Andrea Agresti - Grazie alle proposte di emendamento avanzate anche dal Ncd che la Commissione ha fatto propri, il nuovo piano paesaggistico regionale contempla una serie di norme molto meno restrittive per lo sviluppo delle attività estrattive»
«Dopo un andamento forzato che ha visto il susseguirsi di testi tra loro diversi e una calendarizzazione dei lavori del tutto inadeguata imposta dalla Giunta - è stato invece il commento dei consiglieri regionali di Forza Italia Stefania Fuscagni, Nicola Nascosti e Giovanni Santini - il Consiglio regionale si è riappropriato delle proprie competenze di indirizzo modificando pesantemente la versione originaria del Piano. Il nuovo Piano, seppure con ancora delle ombre, insieme all’esigenze della tutela ambientale garantisce le altrettanto necessarie e legittime istanze di crescita e sviluppo economico, ripristinando un equilibrio che non emergeva nella bozza Marson».
Di parere opposto la consigliera della Federazione della sinistra Monica Sgherri. ''Approvazione unanime sì ma dopo due emendamenti che sono una furbata - ha detto Sgherri - Nel parco potranno essere riaperte cave dismesse anche da vent'anni e non si considera variante strutturale il cambiamento del fronte cava all'interno del perimetro autorizzato, Quindi si potrà riattivare una cava chiusa e aprire un nuovo fronte cava''. Sgherri ha annunciato nuovi emendamenti da discutere in aula ''per ristabilire l'ordine delle cose''.
Contro il porseguimento dell'attività estrattiva sulle Alpi Apuane alcuni Comitati cittadini per la difesa del territorio hanno lanciato una petizione on line che sta raccogliendo migliaia di firme.
Guarda qui sotto il servizio Toscanamedia sull'iniziativa del fronte no-cave
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