Questo sito contribuisce alla audience di 
Toscana Media News quotidiano online.
Percorso semplificato Aggiornato alle 19:20 METEO:FIRENZE10°19°  QuiNews.net
Toscana Media News - Giornale Online
mercoledì 26 marzo 2025
Tutti i titoli:
corriere tv
«Range Rover sempre dal meccanico, in quattro anni spesi 30 mila euro», la rabbia di Briatore contro l'auto inglese
«Range Rover sempre dal meccanico, in quattro anni spesi 30 mila euro», la rabbia di Briatore contro l'auto inglese

Cultura giovedì 27 luglio 2023 ore 18:40

Crisi climatica? Nel Mesolitico la affrontavano così

Il sito di scavo
Il sito di scavo

Focolari interrati, nuova dieta, capanne: archeologi toscani hanno portato alla luce un accampamento di nomadi alle prese con un brusco raffreddamento



PISA — Focolari interrati, capanne, cambio di alimentazione: la crisi climatica non è affar nuovo, e il Mesolitico lo testimonia restituendo - in un'area semidesertica della Spagna - i resti di un accampamento di cacciatori-raccoglitori-pescatori nomadi messi a dura prova, era più o meno il 6200 avanti Cristo, da un brusco raffreddamento. A portare alla luce il sito è stata un'équipe di archeologi toscani, dell'università di Pisa

Il sito di Los Monegros racconta una straordinaria storia di adattamento e sopravvivenza ai cambiamenti climatici, rinvenuta dal team di studiosi impegnati nel progetto “MesoHistories” diretto da Niccolò Mazzucco, professore dell’Ateneo pisano, e Javier Rey Lanaspa, archeologo del Governo di Aragona. La campagna di scavo iniziata a Luglio è la terza in quel sito e vi hanno preso parte anche studenti delle Università di Pisa e Saragozza per circa tre settimane.

“In quasi un mese di scavi - spiega Mazzucco - abbiamo riportato alla luce i resti di almeno una capanna, con buche di palo, quattro focolari in fossa, resti di combustione, alcune punte di proiettile di forma triangolare e trapezoidale, caratteristiche del periodo mesolitico, e un’area di lavorazione della selce”.

“Si tratta - prosegue - di un accampamento all’aperto del Mesolitico, che ci riporta all’epoca degli ultimi cacciatori-raccoglitori-pescatori nomadi vissuti in un momento di grave crisi climatica, uno dei periodi più freddi e aridi dell’attuale era geologica, l’Olocene". 

Dai resti ritrovati si potrà comprendere come quegli esseri umani abbiano cercato di adattarsi alla nuova condizione ambientale, un brusco raffreddamento di 1-3° C che circa 8.200 anni fa interessò gran parte dell'emisfero settentrionale e durò circa 160 anni.

Le indagini sui reperti sono ancora in corso, ma già i primi risultati delle analisi polliniche rivelano che l'area oggi semidesertica in quel periodo preistorico sarebbe stata caratterizzata da un paesaggio semi-aperto, dominato da specie come il cipresso e il ginepro, anche con la presenza di una zona paludosa sulle cui rive si era accampato il gruppo di cacciatori-raccoglitori nomadi per poter cacciare mammiferi ed uccelli, come testimoniano alcuni resti di ossa trovati durante lo scavo e che raccontano di un significativo cambio di dieta.


Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI

Tag
Iscriviti alla newsletter QUInews ToscanaMedia ed ogni sera riceverai gratis le notizie principali del giorno